Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del Regolamento (UE) 2021/241b che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza e del Regolamento sul sostegno tecnico - che fornisce assistenza alle autorità nazionali nella elaborazione ed attuazione delle riforme strutturali - gli Stati potranno ora presentare, ufficialmente, i propri PNRR.
Alla data del 10 febbraio, però, solo diciannove Stati hanno sottoposto all'esame della Commissione i propri Piani o parti di questi e, segnatamente, il Belgio, la Bulgaria, Cipro, la Croazia, la Danimarca, la Finlandia, la Francia, la Germania, la Grecia, l'Italia, la Lettonia, il Portogallo, la Repubblica ceca, la Romania, la Slovacchia, la Slovenia, la Spagna, la Svezia e l'Ungheria.
Altri otto, invece, non hanno ancora presentato alcun documento. Sono l'Austria, l'Estonia, l'Irlanda, la Lituania, il Lussemburgo, Malta, i Paesi Bassi e la Polonia.
La proposta francese
La Francia ha reso pubblico il proprio PNRR il 3 settembre scorso attraverso il sito Internet www.gouvernement.fr/france-relance, interamente dedicato al piano nazionale.
La proposta di piano è voluminosa - consta infatti di circa trecento pagine - ed individua tre grandi priorità, a cui destinare risorse per 100 miliardi di euro:
1) ecologia, che prevede interventi per complessivi 30 miliardi di euro. Comprende, tra l'altro, misure finalizzate al rinnovo energetico, tutela della biodiversità, de-carbonizzazione dell'industria, economia circolare, transizione agricola, mari, infrastrutture e mobilità verdi e tecnologie verdi;
2) competitività (34 miliardi di euro), in cui si approfondiscono, tra l'altro, la fiscalità e il finanziamento delle imprese, il sostegno alle esportazioni, la sovranità tecnologica e la cultura;
3) coesione, a cui si prevede di destinare 36 miliardi di euro per la salvaguardia dell'occupazione, la disabilità, la gioventù, la formazione professionale, la ricerca, la sanità, i territori ed il sostegno agli individui più deboli.
La proposta tedesca
La proposta di piano è articolata in sei diversi settori di interesse:
1) politica climatica e transizione energetica;
2) digitalizzazione dell'economia e dell'infrastruttura;
3) digitalizzazione dell'istruzione;
4) rafforzamento dell'inclusione sociale;
5) rafforzamento di un sistema sanitario resiliente alle pandemie;
6) pubblica amministrazione moderna e riduzione delle barriere all'investimento.
La tabella che segue, contenuta a pagina 21, riassume le dimensioni della proposta e se ne desume, tra l'altro, l'incidenza dell'azione per il clima (42,7 % della spesa globale ) e per la digitalizzazione (25,2 %).
La proposta spagnola
Il Piano di ripresa, trasformazione e resilienza è stato presentato il 7 ottobre scorso e prevede una strategia finalizzata a mobilizzare trasferimenti per 72 miliardi di euro nei primi tre anni della ripresa (2021-2023) al fine di massimizzarne l'impatto sulla ricostruzione dell'economia. Il ricorso ai prestiti avverrebbe in un secondo momento per completare il finanziamento dei progetti in corso.
Nel documento sono illustrati i criteri guida per una Spagna verde, digitale, neutra dal punto di vista di genere e coesa. Vengono elencate dieci leve di riforma strutturale per una crescita sostenibile e inclusiva, in particolare:
lotta contro lo spopolamento rurale e lo sviluppo rurale;
infrastrutture e gli ecosistemi resilienti;
transizione energetica giusta e inclusiva;
un'amministrazione per il XXI secolo;
modernizzazione e digitalizzazione del tessuto industriale e delle SME, ripresa del settore turistico e promozione della Spagna come paese imprenditoriale;
impegno per la scienza e l'innovazione e rafforzamento delle capacità del sistema sanitario nazionale;
istruzione e conoscenza, apprendimento permanente e rafforzamento delle capacità; nuova economia assistenziale e politiche di occupazione;
promozione della cultura e dell'industria dello sport; modernizzazione del sistema fiscale.
Il Piano, a pagina 54, è corredato di un prospetto che indica la percentuale di fondi europei (RRF e React-EU) che sarà destinata ai vari settori nel prossimo triennio.
Del piano fa parte anche l'Agenda digitale della Spagna, presentata nel luglio scorso.
Lo stato dell'arte in Italia
Il 15 settembre 2020 il Governo ha trasmesso alle Camere le Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza sulle quali il 13 ottobre Camera e Senato hanno approvato due risoluzioni (il Senato la risoluzione 6-00134 e la Camera dei deputati la risoluzione 6- 00138). Il Governo ha poi trasmesso le linee guida anche alla Commissione europea avviando con essa un’interlocuzione.
Tuttavia, sulla Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza prosegue ancora l'esame parlamentare.
In particolare, nell'ambito dell'esame del Doc. XXVII, n. 18 le Commissioni riunite 5a e 14a sono ancora impegnate in questi giorni nello svolgimento di un ciclo di audizioni di Enti e di Associazioni di categoria.
E restano, soprattutto, ancora aperti i nodi sulla struttura di governace e di audit, entrambe necessarie per la normativa europea.