Buonsenso e consenso. Il difficile comincia adesso. Ottenuta la delega ora tocca a lui decidere e fare. Mario Draghi è l’uomo solo al comando, un Cincinnato moderno chiamato però non solo a vincere la paura pandemica, ma ad indicare la strada del futuro.
In mezzo ci sta l’Italia con le macerie prodotte dalla politica. O, meglio, dall’assenza di una politica che ha perso il buonsenso e ricerca solo il consenso. E che così produce pratiche criminali che neppure la pandemia ha placato. Come la corsa allo spreco di denari pubblici, o il riemergere -come le cronache raccontano- di famelici truffatori pronti a profittare persino del dolore e della paura per ingozzarsi.
Ecco, SuperMario può davvero fare tanto. Perché altro non c’è ne’ si vede, almeno per ora.
L’ubriacatura grillina per fortuna è già sfumata con tutte le sue risibili parole d’ordine. Liquefatta dal virus cinese, dalle stramberie di un guitto autoproclamatosi Elevato nonché dalla incapacità di capire che erano stati solo votati “contro” e non “per”.
Il Pd poi che dalla collaborazione con Grillo, al contrario della Lega, è riuscito nel capolavoro di non guadagnare consensi bensì perderli, si sta chiaramente decomponendo colpito dalla letale “variante thai”: il virus dell’odio cieco e assoluto, seppur sempre rivestito di affabilità e buonismo, che lo ha obbligato a latrare costantemente contro l’uno o l’altro Matteo per poi governarci assieme.
Per la nota eterogenesi dei fini e siccome fermi stanno solo i paracarri, la Lega, che sembrava in panne, ne esce invece alla grande con due superministeri d’impatto e di spesa (Mise e Turismo) e un’altro d’immagine (Disabilità), ma di notevole impatto emotivo.
Persino le chiacchiere sulla conversione all’euro stanno a zero: Salvini era al 4 per cento allora! Piuttosto l’avesse fatta a destra la Meloni l’operazione politica firmata Giorgetti, magari ora non sarebbe impiccata ai sondaggi decidendo il no a Draghi dopo aver detto di si a Monti.