La scomposizione è già cominciata. Con Mario Draghi nulla sarà più come prima. Nemmeno i partiti



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
10/02/2021 alle ore 17:48



È fin troppo facile prevedere che nulla sarà più come prima. È auspicabile. Il guaio è che non tutti l’hanno compreso. Non sarà più com’era l’Italia, l’Europa, il mondo intero quando finalmente usciremo dalla prima pandemia di questo terzo millennio. L’intera società è già chiamata a ripensarsi. Figurarsi perciò se potrà mai esserci qui da noi sempre la solita politica con sempre gli stessi i partiti e le medesime parti sociali. 

Con la sua sola presenza, Mario Draghi ha già sbaraccato abitudini e liturgie consolidate. Via contrattazioni e trattative sottobanco per posti e poltrone e categorie; stop ai veti incrociati; alt ad imposizioni di programma o di agende, piene di tutto e del loro contrario, che non siano i dettami del premier incaricato. Una novità assoluta. Che sembra, a ben vedere, la benefica anticipazione di una possibile, futura elezione diretta e popolare del capo dell’esecutivo.

Viene rapidamente tumulata la perniciosa utopia egalitaria che ha spopolato per quasi un quinquennio e che ha portato in Parlamento una legione di incapaci, disposti a tutto tranne che al bene della Nazione. Così, insieme ai tanti apprendisti stregoni mutati in sepolcri imbiancati, va in archivio l’orripilante slogan “uno vale uno” che ha bacato il cervello di molti italiani illudendoli che tutti siano in grado di fare tutto.

Anche il piccolo cabotaggio, la rendita di posizione per la propria parte appaiono inesorabilmente destinati all’archivio. Chi pensa, come sembra fare la signora Meloni, di lucrare su di uno splendido isolamento è probabile che faccia male i suoi conti. Perché l’intero quadro politico è destinato a scomporsi e ricomporsi più rapidamente di quel che si possa immaginare.

Con il Partito democratico, devastato dalla insipienza, dalla presunzione di Zingaretti e Bettini e testé ridicolizzato dal ciclone Renzi, epicentro del terremoto prossimo venturo. Sisma dalle cui macerie potrebbero nascere addirittura più e diversi soggetti.

Mario Draghi ha circa un anno di tempo davanti a se, ha scadenze precise per un passaggio assai delicato (i miliardi del Recovery!), per cominciare a rimettere in moto l’economia, incardinare le riforme necessarie (che si attendono da oltre trent’anni!!!) e, infine, ridare una buona dose di fiducia ad una popolazione stanca e impaurita. Quindi potrà vigilare che il frutto di tanto lavoro germogli. Dal Colle più alto di Roma.