La Meloni si specchia nel polo Autoescluso. Ma la storia che si ripete spesso muta in farsa!




Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
04/02/2021 alle ore 12:01



Piuttosto che specchiarsi nel futuro polo AutoescusoGiorgia Meloni farebbe meglio a riflettere un minuto in più. Poiché a volte, quando la storia si ripete muta in farsa. Esattamente quel che rischia di accadere adesso con il suo niet a Mario Draghi e all’esecutivo di salvezza nazionale richiesto, a tutti!, dal presidente Mattarella

Al massimo astensione!” ha tuonato la zarina di Fratelli d’Italia, con la nota perentorietà con cui ci si brucia i vascelli alle spalle e si resta felici e contenti sulla battigia!

Battigia che altro non è che quella ridotta di opposizione “a prescindere”, per dirla con l’inarrivabileTotò, di cui la destra politica italiana è maestra. E che, a ben vedere, è speculare ed opposto atteggiamento a quello di una sinistra, partito di sistema, professionista invece nell’esserci sempre, nel volerlo ad ogni costo il suo posto al governo. 

Stranezze nostrane. Proprio mentre la partita si riapre e, come si dice, i duri cominciano a giocare, la destra pare ritrarsi e arroccarsi nel comodo fortino dell’ultimo dei moicani

Decisione che purtroppo rimanda ad un passato che non vuol saperne di passare. Quando laragazza della Garbatella forse affiggeva i suoi primi manifesti e la destra ancora missina era percorsa da un intenso fremito per quel libello del prof. Ignazi “il polo escluso” (che tanta fortuna e notorietà ha portato all’autore!) che nulla davvero indagava, ma che per la prima volta si occupava di quegli intoccabili fuori dall’arco costituzionale ideato da Ciriaco De Mita

Trent’anni dopo, incapaci di assimilare la lezione di Pinuccio Tatarella, siamo punto e a capo. Con la differenza che mentre la conventio ad excludendum allora era  imposta dagli altri, dal “Sistema!”, oggi l’autoesclusione, il chiamarsi fuori, il non volerne sapere di partecipare e men che meno di contare, è frutto di una scelta autonoma. Scelta di paura, ovviamente. 

Paura di essere messi alla prova. Di partecipare e forse anche sbagliare. Meglio fuori, allora. Inutili, ininfluenti, ma avvolti nella calda e piacevole coperta del gradimento e del sondaggio. Ecco come il nuovo polo Autoescluso si cementa. E una storia che si ripete muta in farsa.