La crisi, Giggino e i due Maciste, ops! I due Matteo



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
28/01/2021 alle ore 12:06



Al contrario della sfortunatissima “Sora Camilla”, Giggino Di Maio se lo prenderebbero in carico in tanti. E subito.

Persino il Cavaliere Berlusconi Silvio ha messo da parte le moderate obiezioni sui pentastellati (“buoni neppure a pulire i cessi”!) aprendo alla possibilità di una collaborazione.

E però, due soltanto appaiono, in queste ore di profferte, contromosse e bugie, i pretendenti più accreditati ad ottenerne i favori: Renzi e Salvini

Sono i due Matteo che sottotraccia, ma neanche troppo, stanno fasciando di lusinghe il giovanotto diPomigliano d’Arco. Entrambi, per opposti motivi, gli offrono il posto che fu di Giuseppi. Ed entrambi sperano di convincerlo perché sanno che può portare in dote ciò che a loro serve: la maggioranza dei grillini sbandati e spauriti che vagano tra Camera e Senato

Renzi, ha già vinto la prima mano e mostrato di avere i cromosomi del leader, ma punta adesso su Di Maio per fare strike offrendogli quella poltrona che tanto stuzzica la vanità del giovanotto. 

Il senatore di Rignano tornerebbe così stabilmente centrale e, soprattutto, metterebbe al tappeto la pallosissima triade piddina (Zingaretti, Bettini, Orlando) tanto presuntuosa quanto deleteria per i destini di un partito, semmai qualcuno lo ricordi ancora, che la sua “vocazione maggioritaria” la dichiarò alla nascita.

Altrettanto offre Salvini che sta giocando la partita della vita e che vorrebbe portare tutto il claudicante, diviso centrodestra al governo. Sa che non può più sbagliare e sa che anche in casa sua c’è chi si sta scaldando a bordocampo. Non vuole farsi risucchiare nello sterile esercizio di opposizione che sbraita di elezioni sapendo che non ci saranno. E, con l’offerta a Di Maio, cerca di ritrovare quella bussola smarrita al Papeete.

Il ministro degli Esteri per ora riflette e finge solidarietà a quell’avvocato ingrato. Tiene i suoi con due facili promesse: mai al voto prima del 2023 e parecchie poltrone da spartire. Non taglia i ponti con nessuno. Non attacca Renzi che, anzi gli ha tolto di mezzo pure quel presuntuoso Casalino. E neppure però ha mai cancellato i messaggi che Salvini gli inviò nella torrida estate 2019 mentre saliva al Quirinale così come non ha mai smesso di parlare con Giorgetti.

Mai dire mai in politica, come in guerra e in amore. Ed è ovvio che alla domanda, nient’affatto pruriginosa, non potrà che rispondere l’interessato. Un ménage à trois sembrerebbe comunque escluso.