Tre senatori a vita; un moderato in cerca d’autore e una insipiente signora orba del Cavaliere: l’armata Brancaleone che ha consentito a Conte di raccattare una risicata maggioranza relativa al Senato e provocato una tempesta ormonale al fido Casalino, non regala soverchie speranze a quest’Italia chiusa in casa più disperata che spaventata.
Quel che succedeva settant’anni fa nella Quarta repubblica francese, spazzata via dall’intelligente determinazione di De Gaulle, sembra incredibilmente riproporsi ancora oggi nel nostro Parlamento intasato da una quantità di incapaci mai registrata in precedenza. Con la differenza che qui da noi una personalità come il “Cyrano” d’oltralpe non si intravede.
E così tra le innumerevoli stravaganze nostrane, c’è quella, unica al mondo!, che fa sì che un ignoto, uno sconosciuto assoluto venga catapultato alla guida del governo e che poi ci rimanga a dispetto della decenza cambiando maggioranze e programmi come neanche il Girella del brindisi del Giusti.
E lo può fare, se lo può permettere, perché c’è un partito, il Pd, che sembra esistere solo per occupare l’occupabile, che non vince da tre lustri le elezioni, ma è sempre e comunque al governo, attentissimo a brigare con chiunque e a qualunque prezzo pur di evitare il voto anticipato.
Ma anche perché dall’altra parte della barricata c’è un’opposizione, trina e mai una, che guarda solo al proprio orticello (beandosi dei sondaggi) e che mostra poca o nessuna voglia di proporre una alternativa, di sparigliare e di incidere davvero perché chiaramente spaventata dall’idea stessa di governare un momento così difficile.
Se è vero che ogni popolo ha il governo che si merita, il nostro dev’essere davvero miserabile o dannatamente distratto, se non riesce a produrre che una siffatta, insulsa rappresentanza.