È immaginabile un Capo di governo di uno Stato qualsiasi che insieme al ministro degli Esteri va in un territorio gestito da bande tribali per pagare un riscatto e liberare dei concittadini sequestrati in spregio ad ogni diritto internazionale?
Non lo è. È impossibile.
Non solo per la dignità della Nazione che si rappresenta, ma perché equivarrebbe a far sapere all’internazionale del crimine che la popolazione di quello Stato è, come dire?, alla mercé, facilissima da catturare e poi da scambiare con denaro sonante e, magari, armamenti.
Giuseppe Conte invece l’ha fatto. È andato a Bengasi per ottenere (in cambio di cosa si saprà tra qualche tempo!) la liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo sequestrati in acque internazionali oltre cento giorni fa dalle milizie di Haftar.
Erdogan, giusto per capirsi, dopo il fermo di una sua nave con sette turchi a bordo operato dalle stesse milizie di Bengasi la scorsa settimana, ci ha messo poche ore e una dichiarazione minacciosa per ottenerne l’immediato rilascio.
L’Italia, no. Noi, cincischiato per mesi, siamo andati addirittura sul posto a pietire e ad offrire. Così che da oggi c’è una lucrosa novità per le bande di delinquenti che agiscono in ogni parte del globo. E ce n’è un’altra, pessima!, per gli italiani.
L’eccitante novità per i tagliagole globali è che i cittadini del Belpaese scalano il vertice delle prede più fruttuose e ambite: massimo profitto col minimo sforzo!
La pessima notizia per noi tutti, in primis per chi viaggia per lavoro o diporto, è che da adesso siamo il boccone più ambito di tutte le bande criminali ovunque operanti.
Sappiamo bene che Giuseppe Conte non è Macron o Merkel o Johnson o, men che meno, Putin oXi Jinping o Trump. Che infatti neppure penserebbero di recarsi di persona a chiedere e a trattare con i rapitori di loro connazionali.
Ma lui, il “Giuseppi”, non possiede i fondamentali per capirlo. C’è capitato per caso e per dabbenaggine altrui a Palazzo Chigi ed è chiaro che adesso cerchi in ogni modo -con la regia del fidoCasalino- di restarci.
Purtroppo questa sua voglia di protagonismo stavolta comporta un pericolosissimo precedente. Mette davvero a rischio tutti gli italiani che si trovino, per qualsiasi motivo, fuori dai confini nazionali.