Una poltrona per Moreno


Ma la legge che doveva accorpare le 5 Ater non si vede, nascosta nel cassetto per un capriccio


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
03/10/2017 alle ore 07:32

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Ha usato il pugno duro, anzi durissimo, il presidente Luciano D’Alfonso per imporre come commissario unico dell’Ater di Pescara la sua ombra fedele degli ultimi due anni, Moreno Di Pietrantonio, segretario cittadino del Pd. Ha dovuto avocare a sé tutti i poteri di nomina, passando sulla testa dell’assessore competente Donato Di Matteo, che invece aveva optato per la conferma di tutti i commissari attualmente in carica, in attesa della riforma.

Ma la legge che doveva accorpare le 5 Ater non si vede, nascosta nel cassetto per un capriccio o per una precisa strategia dalfonsiana, anche perchè le poltrone fanno sempre comodo.

Venerdì scorso si consuma lo scontro: Di Matteo presenta la sua lista di nomi, tutti confermati i cinque commissari (Virgilio Basile a Pescara, Armando Rampini a Teramo, Tobia Monaco a Lanciano, solo una staffetta tra Francesca Aloisi che dall’Aquila sarebbe andata a Chieti al posto di Antonella Gabini e viceversa), in attesa della benedetta riforma.

Un apriti cielo: D’Alfonso rispolvera dal cassetto il famoso decreto di un anno fa col quale aveva avocato a sè tutti i poteri di nomina, anche quelli relativi alle strette competenze degli assessori, e anzi lo conferma con un nuovo atto. Insomma, il presidente #facciotuttoio scrive nero su bianco che Di Matteo resta assessore alle Ater ma non avrà più potere di nomina. E prepara la delibera per i nuovi commissari, una delibera in bianco ma tutti ormai sanno che quel posto di Pescara è già destinato a Moreno Di Pietrantonio. Il compenso è ragguardevole, 23.760 euro più le spese, il 30 per cento circa dello stipendio di un consigliere regionale.

L’assessore abbandona la giunta, e lascia detto ai colleghi che se fosse passato quel nome sarebbe successa la fine del mondo. Così la giunta preferisce soprassedere. Ma ieri Dalfy è tornato alla carica e ha detto ai suoi collaboratori di essere pronto a fare un decreto di nomina, e al diavolo la giunta.

ps: Insomma ci pensa lui, fa tutto lui, e che ci stanno a fare gli assessori? I dami di compagnia.