Aric spending e spandi


Che fretta che aveva la Regione Abruzzo di nominare Paolo Menduni commissario dell'Aric...


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
03/10/2017 alle ore 07:27

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Un anno fa. Che fretta che aveva la Regione Abruzzo di nominare Paolo Menduni commissario dell’Aric (Agenzia di informatica e committenza), e che fa se è pensionato e che fa se è un doppione e che fa se c’è già un direttore generale: non fa niente, ci vuole lui proprio lui. Il soggetto aggregatore deve partire, prima possibile anzi subito, bisogna razionalizzare la spesa sanitaria e istituire la famosa centrale unica degli acquisti.

Ce lo l’autorità anti-corruzione. E chi meglio di Menduni, con la sua esperienza in campo sanitario? Peccato però che poi l’autorità anticorruzione e la Corte dei Conti abbiano stoppato tutto, quella nomina è illegittima, un doppione.

E il famoso soggetto aggregatore, istituito con la legge del 27 settembre 2016, a distanza di più di un anno, è ancora drammaticamente al palo. Fatte le nomine, assunti (e pagati) i consulenti, allestite due stanze in piazza Unione per il commissario che, almeno lui, non può essere pagato per via dell’altolà dei magistrati contabili e quindi lavora come volontario (tanto poi un modo per ricompensarlo si troverà), organizzato un convegno in pompa magna per venerdì prossimo all’Aurum, ma di concreto il nulla.

La centrale unica per gli acquisti non è mai partita, il famoso soggetto aggregatore, sul quale la Regione ha chiamato a discutere il commissario nazionale alla spending review Yoram Gutgeld, dirigenti della ragioneria dello Stato, il direttore della centrale acquisti Ikea, il direttore Country Italia Enel e il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, in Abruzzo non esiste, se si fa eccezione per la poltrona di Menduni. E per quella dei tre consulenti nominati dalla Regione Abruzzo.

Non ci persero tempo, a fare il bando per assumere tre figure professionali di supporto al nuovo commissario: pochi giorni dopo l’approvazione della legge, il 3 ottobre del 2016, ecco pronti i nomi per tre contratti Cococo. Così Federica Evangelista (una delle dipendenti regionali che andrà a fare il dottorato in sovrannumero all’Unite), compenso lordo 70 mila euro, Roberta Di Biase (consigliere nel cda della Saga e sorella di Vittorio Di Biase, il responsabile del Genio civile interrogato nell’inchiesta Pescaraporto), 35 mila euro, Massimo Speca (figlio dell’ex presidente del Tar di Pescara), altri 35 mila.

Insomma, nulla sotto il sole mentre le spese lievitano a vista d’occhio. Tutto bloccato: a quanto pare il super celebrato Menduni ora non gode più della fiducia di Luciano D’Alfonso, il direttore generale dell’Aric Sandro Di Micco è praticamente commissariato, i consulenti finora non hanno prodotto alcunchè e quel poco che si potrebbe fare non si fa perchè c’è l’ordine di non fare nulla, di non spendere, partito proprio dagli uffici della Regione. Insomma, l’Agenzia è così ridotta male a causa di carenze di organico e di insufficienze finanziarie che è meglio resti ferma.

E così i 510 mila euro di anticipo previsti dalla legge istitutiva dell’Aric è meglio che restino in banca: l’ordine ricevuto da Di Micco è quello di tenere tutto fermo nel cassetto, e di non utilizzare le risorse neppure per spese “avente carattere di necessità e straordinarietà”.

Insomma, la Centrale unica per gli acquisti non s’ha da fare. Non per ora.

ps: ma nel frattempo, convegni (sul nulla) a profusione.