Le furbate dei giallorossi sono l'elisir di giovinezza di Berlusconi



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
19/11/2020 alle ore 11:26



Questo Silvio Berlusconi che a 84 anni suonati, reduce pure da infezione Covid, torna centrale nel dibattito politico, come non gli era mai più accaduto da quasi un decennio, suscita qualche curiosità, più d’una domanda e un sincero moto d’ilarita’. 

La curiosità è che solo in una Repubblica delle banane quale sembra essere diventata quest’Italia, “il banana” per antonomasia può riacciuffare la centralità politica grazie alla accondiscendenza dei suoi detrattori più accaniti.

Pd e Pentastellati hanno sempre fatto degli attacchi al Cavaliere una loro ragion d’essere, uno dei più importanti slogan elettorali, un segno per marcare differenze e valori.

Ebbene, tutto è dimenticato. Accantonato. Nel Paese delle furbate ci sono certi furbi, ma così furbi che, come già notò Prezzolini, arrivano ad ammirare chi si serve della furbizia a loro stesso danno.

È così che l’alzata d’ingegno di Gargantua Bettini sta indirizzando l’inutile Zingaretti verso l’abbraccio con Silvio il Magnifico. Col benestare di un disperato Matteo Renzi e dell’obliquo “Giuseppi” Conte che sentendosi anch’egli più furbo di tutti ora apre al “dialogo”.

Il tutto per puro calcolo di sopravvivenza. Che però adesso collima con gli interessi familiari (emendamento pro-Mediaset) e politici di Silvio Berlusconi

Il quale, sornione e suadente, acconsente al corteggiamento, spande consigli e saggezze un giorno sì e l’altro pure, si dice pronto a valutare un voto bipartisan sul bilancio, mentre Gianni Letta, si dà da fare col pallottoliere. 

Le domande si sprecherebbero, ove mai esistesse quella libera stampa di cui cianciano sempre frotte di pennivendoli asserviti e silenti. E invece di domande non ce ne stanno. E neppure di inchieste.

Pochi temerari (a conferma della pastetta trasversale!) hanno trovato da dire e ridire. Ne’ per le aperture di credito reciproche e men che meno per l’emendamento ad hoc che, nella battaglia giudiziaria coi francesi di Vivendi, potrebbe portare qualche centinaio di milioni in più in tasca a colui che è stato sempre dileggiato come “il pregiudicato”.

Se all’improvviso il Cavaliere Nero, lo psiconano, il condannato, il conflitto d’interessi vivente e via elencando, invece di essere consegnato ad un dorato oblio torna al centro dell’agenda politica, il merito è forse del suo infallibile intuito, ma in verità anzitutto del panico in cui versa una intera classe politica che si dimostra del tutto inetta, incapace di gestire questo particolare momento storico. E che pensa solo a durare il più possibile consapevole che analoga opportunità non si presenterà mai piu.

L’ilarità sta infine nel fatto che l’elenco dei “folgorati”, dei dimentichi o dei silenziati è davvero sterminato. “Girotondi”, “popolo viola”, “se non ora quando”, “madamine”, “sardine” con capi e capetti, per non dire dei notissimi Savonarola da tastiera tutti zitti. Neppure perplessi o mortificati, zitti!

Silvio Berlusconi ovviamente se la gode, coglie al volo l’opportunità e mostra propensione al dialogo invocato da Mattarella, incuneandosi nelle plurime contraddizioni di questi dilettanti allo sbaraglio come lama nel burro.

Loro, piddini e grillini, sono alla frutta e capiscono di averne bisogno disperato. Lui gioca. Non ha nulla da perdere. Quel Colle, pur se dovesse restare un sogno, è più di un incentivo. È l’elisir di giovinezza.