Onorevoli strafalcioni


Impreparati, incompetenti, immaturi: le tre "i" del ceto politico secondo L'Espresso. Una descrizione che si attaglia perfettamente anche all'Abruzzo, anzi di più


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
29/09/2017 alle ore 08:37



Nel governo Gentiloni più di un ministero è presidiato da non laureati e non laureate: istruzione e salute, lavoro e giustizia. Se questa non è forse la “prevalenza del cretino” preconizzata da Fruttero e Lucentini, è di certo la prevalenza dell’ignorante, scrive Raffaele Simone. No, non si è mai visto un ceto politico così ignorante. Laureati compresi. Un’inchiesta che ci rimanda una fotografia inclemente sulla condizione culturale della classe dirigente del Paese.

Tra i parlamentari abruzzesi solo chi una laurea ce l’ha la esibisce, sul sito di Camera e Senato. Gli altri si suppone si siano fermati prima, alcuni molto prima. Sono laureati Gianni Melilla (filosofia), i medici Vittoria D’Incecco e Maria Amato, il farmacista Fabrizio Di Stefano. E’ addirittura ingegnere Paolo Tancredi, laureati in Economia Gianluca Fusilli e Federica Chiavaroli, in Scienza delle comunicazioni Giulio Sottanelli, in Scienze politiche Antonio Castricone, è avvocato Andrea Colletti, è insegnante di scuola primaria Enza Blundo. Ma per molti di loro la laurea è sempre rimasta nel cassetto. Gli altri, e le altre, come Stefania Pezzopane, Tommaso Ginoble (assicuratore), Filippo Piccone zitti e mosca. Ma la scarsa cultura della classe politica abruzzese si misura anche dai discorsi, dall’uso della grammatica e della sintassi, e se si fa un raffronto col passato si scopre un abisso (in fondo al post troverete un elenco di aneddoti e di citazioni di politici di oggi e di qualche tempo fa).

Quindi, la legislatura attuale ha una percentuale di laureati tra le più basse della storia, ricorda l’Espresso: di poco sopra il 68 per cento, un dato che mette tristezza a confronto col 91 per cento del primo Parlamento repubblicano. I laureati sono pochi, non solo nel ceto politico ma nel paese, in calo perfino rispetto a quelli del 2000, ultimo anno prima della riforma.

E il “largo ai giovani”, così abusato anche in Abruzzo, è una delle cause di questo scempio.

“Gli incompetenti si sono procurati ulteriore spazio sfruttando senza ritegno il tormentone del rinnovamento di generazione, che, partito dall’Italia, ha contagiato quasi tutt’Europa. Esser giovane in politica è ormai un titolo di merito di per sé, indipendentemente dal modo in cui la giovinezza è stata spesa, anche se i vecchi sanno bene che la giovinezza garantisce con sicurezza assoluta solo una cosa: l’inesperienza, una delle facce dell’incompetenza”.

La cosa è talmente ovvia che nel 2008 la ministra Marianna Madia, eletta in parlamento ventiseienne, non ancora laureata, dichiarò che la sola cosa che portava in dote era la sua “inesperienza” (sic)”.

La Regione Abruzzo ci offre un’ampio elenco di incompetenti. Lo stesso governatore anni fa si vantava di aver fatto eleggere un politico considerato molto ignorante, sforzo che gli consentì di paragonarsi a Cesare (che fece eleggere senatore un cavallo).

Ma c’è molto altro ancora. Ecco un assaggio.

Anni fa, il Comune di Pescara si gemellò col comune francese di Arcachon. Un assessore, incaricato di fare le presentazioni, si trovò a dover introdurre anche l’autista del sindaco: “Il est le coiffure”, disse. “Ah, le coiffeur pour hommes o pour dames?” E lui candido rispose: “Pour la voiture”.

Un assessore regionale alla Cultura invece arrivò in ritardo a un convegno su Ungaretti. Subito lo invitarono a porgere il saluto ma lui, educato disse che no, che avrebbe parlato “dopo l’artista”.

Un sindaco di Pescara, anni fa: “Per approvare quella delibera occorre il plenum”. Ma voleva dire quorum.

Un altro sindaco: “Ha la spada di Demostene sulla testa”. Intendeva Damocle.

Un noto professionista pescarese, in una pubblica occasione, per introdurre il Capo della Regione dei Carabinieri d’Abruzzo, annunciò “il geometra Rimicci” (inciampando sul gen. puntato)

Un consigliere regionale dei giorni nostri, introducendo un noto personaggio americano, lo invitò a unirsi a lui: “Go,go here”. (Vai qui, invece di come here). Ma questa è storia conosciuta.

L’ultimo segretario della Dc in Abruzzo, poi, è da premio: “Il partito saprà reagire, ci doteremo presto di un codice odontologico”.

ps: Era appena iniziata Tangentopoli, tutti pensarono che si riferisse al “magna-magna”.

 

 

 

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