Un Dpcm capriccioso e senza logica colora l’Italia di rabbia. Ad libitum, a voler fare i saccenti. O, se preferite, alla “Giuseppi”. Nasce così, quasi fosse una pizza dai gusti diversi, l’ennesimo decreto da “stato d’emergenza”.
Dove, come sempre, a latitare sono i dati di realtà. Mentre, al contrario, proprio non smette di stupire la maldestra gestione del particolare momento storico ne’ la stucchevole supponenza di un presidente del Consiglio incapace per mancanza di fondamentali, ma capacissimo di tutto.
Il quale, ormai è chiaro, stara’ incollato alla poltrona che gli è stata gentilmente regalata, fino a quandoMattarella resterà genuflesso all’altare della “responsabilità”.
È così che l’Italia si colora di ridicolo e arrossisce di rabbia e di vergogna mentre chiude o socchiudea capocchia. Senza alcuna logica e senza alcun senso. Senza soprattutto il conforto di un dato statistico e oggettivo pur che sia.
Chiudono, perciò, perché di rosso segnati il nord Ovest e la cenerentola Calabria. Chiudono con dati epidemiologici riferiti a quindici giorni addietro e del tutto diversi da quelli attuali Piemonte e Lombardia, due delle locomotive del Paese. Senza se e senza ma.
E chiude anche la Calabria trattata come manco avesse da scontare ancora il ferimento di Garibaldinell’Aspromonte. Senza alcun dato allarmante, ma con l’autentica porcata politica di addebitarle il disastro della sua sanità che, in verità, da 10 anni è commissariata da Roma!
Socchiude poi anche la Sicilia con numeri tutti ben al di sotto della soglia di rischio, con un quarto di positivi rispetto alla Campania e un terzo rispetto al Lazio che invece, guarda il caso, si “salvano”.
Inutile chiederne a “Giuseppi” il perché e il senso. Nel vuoto pneumatico che lo racchiude il premier svicola da ogni logica e s’aggrappa al virus per sopravvivere politicamente. Non gl’importa d’altro e neppure lo nasconde.
Come pure al suo efebico ministro della Salute che manco nel cognome ha alcuna certezza e che starà ancora riscrivendo il risibile instant book, già precipitosamente ritirato, con cui lascerà ai posteri la certificazione della sua più totale inconsistenza politica ed operativa.
L’Italia si colora di rabbia. Loro di ridicolo.