Profilo psicologico hater

Buongiorno dottoressa, mi chiamo Mariapaola ed ho 45 anni. Le scrivo perché ho una curiosità: è possibile delineare un profilo psicologico degli haters?

La ringrazio per l’attenzione

Mariapaola G.

Cara Mariapaola hai posto un quesito interessante dal momento che risulta fondamentale avere ben chiaro chi siano gli haters e soprattutto come difendersi da questa categoria.

A differenza dei classici bulli, gli haters si nascondono dietro uno schermo e spesso dietro anche un nome finto. Vari studi dimostrano che le categorie più colpite sono:

• Donne,
• Omosessuali;
• Migranti;
• Diversamente abili;
• Ebrei.

Dietro questo comportamento spesso si nasconde, una profonda insicurezza e incapacità di gestire le frustrazioni, paura, gelosia e spesso anche un disturbo antisociale di personalità. Più un hater riceve consensi più la sua insicurezza tende a scemare, rinforzando la pericolosità dell’hater.

In questo modo l’hater crede di essere compreso dagli altri, di essere ascoltato, quando magari nella realtà nessuno è disposto ad ascoltarlo.

Cosa si può fare per difendersi dagli haters?

• Prima di tutto bisogna interrompere il circolo dell’odio e quindi riportare la conversazione a toni pacati e civili. Tale tentativo spesso è fallimentare dal momento che potrebbe risultare utile soltanto se si percepisce in quella persona una volontà di stare ad ascoltare;
• Ignorare , ovvero non rispondere alle provocazioni;
• Cercare di conoscere meglio l’hater: è più difficile che uno sconosciuto possa aggredire una potenziale vittima. Può essere utile cercare di sapere se l’aggressore ha avuto denunce o precedenti penali;
• Segnalare alla piattaforma;
• Bloccare l’hater è un segnale importante che viene dato all’aggressore e può essere utile per riportare quiete nelle discussioni;
• Denunciare per diffamazione quando c’è aggressione pubblica con l’aggravante mezzo stampa e la richiesta di rimozione dei contenuti.

“ Non dare a nessuno il potere di abbatterti. Gli haters sono dei perdenti che fingono di essere vincitori”

Paulo Coelho