La lettera di Kim sul bus per Pescara



di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
26/09/2017 alle ore 16:16



La pace nel mondo e quella tra Kim e Donald può aspettare. Soprattutto se l’autobus per Pescara sta per partire. Succede a Roma, protagonista il senatore Antonio Razzi, o almeno così la racconta lui in un’intervista a Massimiliano Lenzi su “Il Tempo”. E quindi, crediamoci: la lettera di Kim Jong-un indirizzata al senatore e scritta dopo il discorso di Trump all’Onu viene recapitata a Razzi alla fermata dell’autobus direttamente dall’ambasciatore coreano. Ha ascendente lui, col dittatore nordcoreano che, racconta il senatore abruzzese, “ama la moda italiana e le nostre cravatte”.

Anche se dalle foto, con indosso la solita uniforme alla cinese, non sembra proprio. In ogni caso questi qui sotto sono alcuni brani dell’intervista:

Dopo il discorso di Trump all’Onu – dice Razzi– mi ha chiamato il primo segretario dell’ambasciata della Corea del Nord a Roma: ‘Senatore le devo dare una comunicazione importantissima. Una lettera di Kim Jong-un‘”.

E lei senatore, che ha risposto?

“Guardi, ho risposto, tra tre quarti d’ora ho il pullman per Pescara a Tiburtina, o me la portate sin qua o altrimenti ci vediamo lunedì perché io non ho mica l’auto blu con l’autista”.

E i nordcoreani, che hanno fatto?

“‘No, no è urgente’ – mi han detto. Io allora gli ho replicato: ‘Beh se venite alla fermata dell’autobus per Pescara, che alle 17.30 parte, vi aspetto. E prima che partisse la corriera è arrivato il nuovo ambasciatore, con me c’era anche mia moglie e l’ha conosciuto”.

E questa lettera, che dice?

L’ho letta,  è in inglese. È una lettera durissima contro Trump e le sue parole all’Onu”.

Che farà di questa lettera? La porterà all’attenzione del Parlamento italiano?

“Martedì la porterò alla commissione Esteri. La darò al presidente Pier Ferdinando Casini: ‘Caro Pier ho ricevuto questa lettera, cerchiamo di calmare le acque'”.

Lei questo mese doveva andare in Corea del Nord ma poi non è partito. Come mai? E oggi è pronto a ritornarci?

“Io dovevo andare ma non sono partito perché la manifestazione a cui ero invitato è stata rimandata, era prevista una parata area di esercitazioni. Ma se ci sarà necessità di andare come mediatore, su 4 o 5 punti precisi individuati dall’Onu col consenso degli Usa e della comunità occidentale, sono disponibile”.

Confessi, sogna di diventare il mediatore della pace?

“Io posso essere una carta da giocare, se vogliono. Capisco che non gli vada di prendere questa ipotesi in considerazione perché in Italia sto all’opposizione e metti che Razzi riesca a risolvere il problema della Nord Corea. Apriti cielo, immagini cosa potrebbe succedere. Ma…Se vogliamo il bene del mondo, bisogna giocare tutte le carte, loro i nordcoreani un segnale distensivo lo hanno dato, con Kwang-Song Han, ad esempio, il calciatore nordcoreano che è venuto in Italia, a Perugia, a giocare. Un segno di distensione. Io mi chiedo, come diceva il grande Totò, ‘siamo vincoli o sparpagliati?'”.

Scusi, sarebbe a dire?

“Kim Jong-un ama lo stile italiano, le nostre cravatte, la nostra musica, il nostro calcio. Gli ricorda quando, studente in Svizzera, andava a San Siro a vedere le partite. Come è possibile non riuscire a dialogare con una persona che ama così tanto l’Italia?”.

ps1: caro Razzi, pensaci tu. Magari risolviamo. Oppure, in alternativa, due risate ce le facciamo (o forse no, visto che la guerra proprio in queste ore sembra più vicina che mai).

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