Le consulenze d'oro delle partecipate


Abruzzo sviluppo cura l'assistenza tecnica per il Por-Fse, quelle risorse comunitarie che proprio cinque giorni fa l'Unione europea ha rispedito al mittente



Bocciati dall’Europa. Nonostante una lista di consulenti lunga così. Abruzzo sviluppo cura l’assistenza tecnica per il Por-Fse, il documento di programmazione che definisce strategia e interventi di utilizzo delle risorse comunitarie per la crescita economica, che proprio cinque giorni fa l’Unione europea ha rispedito al mittente perchè “inaccettabile”.

Eppure ci hanno lavorato davvero in tanti.

Novantotto consulenti, di cui venti solo per il Por-Fesr, e altri 11 per il Par-Fsc e ancora altri 13 per il Po-Fse, a cui si sommano i 14 per il microcredito Fse. Tutti naturalmente a spese nostre. Tanti, tantissimi, così tanti che insieme alla struttura regionale non sono riusciti a scrivere un rapporto finale di esecuzione a regola d’arte che non incorresse nei rilievi della Ue.  

Che neppure una settimana fa ha mandato una lettera piena zeppa di osservazioni alla Regione: la relazione era monca, conteneva esclusivamente “informazioni amministrative sulle procedure seguite per la scelta dei progetti” e non “valutazioni sulle caratteristiche degli stessi progetti e sul loro contributo alla realizzazione degli obiettivi strategici del programma”. E giù tutta una serie di altri importanti rilievi che ora rischiano di compromettere per sempre il finanziamento di 308.635.000 euro.

Consulenti a gogo, risultati zero. E’ proprio con lo scatolificio delle partecipate che viene resa possibile la distribuzione delle consulenze, che altrimenti non passerebbe inosservata. Uno scandalo, al quale si aggiunge quello denunciato proprio ieri dal presidente della Commissione di vigilanza Mauro Febbo su Abruzzo engineering.
Consulenti, spese folli, nomi noti. Ma la lista di Abruzzo sviluppo, rispetto ad Abruzzo engineering, fa impallidire. Per il programma Ipa Adriatic, il programma di cooperazione trans-frontaliera, i consulenti sono ancora di più: 36, molti dei quali pagati a peso d’oro, per fortuna a carico dell’Europa. Un assegno pesante, quello staccato da Ae nel 2017, circa un milione e mezzo di euro solo in consulenze e servizi, di cui 15.400 per noleggio stampanti, pulizia degli uffici, contabilità delle paghe e assistenza tecnica, ma tutti gli altri finiscono nelle tasche di consulenti, cioè professionisti che vengono pagati per quello che evidentemente il personale interno non sa o non riesce a fare: 153.594 euro ai consulenti del microcredito, 1.394.841 ai consulenti di Ipa Adriatic, praticamente un botto, altri 3.265 e 4.104 ai consulenti dei vari Por, Fesr, Par e Fsc.

E non basta. Non va meglio ad Abruzzo engineering che nel 2015 ha speso in consulenze fiscali legali e di assistenza tecnica 114.029 euro, 103.755 nel 2016 e 184.061 nel 2017 non ancora finito. Ma da un controllo incrociato, denuncia Febbo, le consulenze sembra ammontino al doppio, cioè a 353 mila euro.

“Quindi una società in forte perdita, che continua a pagare gli stipendi in ritardo ma al contempo dispensa consulenze esterne come se fossero caramelle”

commenta il consigliere di Forza Italia. Abruzzo Engineering, fino al mese di dicembre 2016, contava una dotazione di personale assunto a tempo indeterminato di 164 figure professionali di cui ben 53 geometri, 26 architetti, 5 ingegneri, 3 geologi, e 18 amministrativi laureati. Però ha avuto bisogno di supporti.

ps: tanto, come nel caso di Abruzzo sviluppo, c’è sempre un Pantalone che paga.

 

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