Il BDSM



di Alessandra Rosa
Categoria: Chiedilo a Freud
29/09/2020 alle ore 09:54



Buongiorno dottoressa, mi chiamo Flavia ho 42 anni e ho un curiosità: spesso sento parlare di BDSM, ma in realtà non riesco a capire bene cosa si intenda e soprattutto se riguardi la sfera patologica di una persona oppure fa parte della normalità. Mi perdoni per la mia domanda bizzarra ma vorrei chiarirmi questo dubbio.

La ringrazio per l’attenzione

Flavia T.

 

Cara Flavia la tua domanda non è affatto bizzarra anzi è molto interessante!

Bisogna precisare prima di tutto che le pratiche sessuali estreme non vanno confuse con le parafilie, che secondo il DSM V si riferiscono alla presenza di fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti sessualmente, che si manifestano per un periodo di almeno sei mesi e che possono riguardare oggetti inanimati, la sofferenza o l’umiliazione di se stessi o del partner, o bambini ed altre persone non consenzienti.

I comportamenti, i desideri o le fantasie devono causare un disagio clinicamente significativo o la compromissione dell’area sociale, lavorativa o di altre importante aree del funzionamento del soggetto.

Con il termine BDSM si intende un movimento che racchiude una serie di pratiche e situazioni erotiche differenti. Le quattro iniziali hanno dei significati ben precisi:

Bdi bondage, che significa legame, quindi corde, lacci… evoca immagini di manette e corsetti ;

D ovvero dominazione, riguarda il piacere di lasciarsi guidare nelle proprie emozioni e sensazioni dalla volontà del partner;

S di sadismo, consiste nel gioco di far sperimentare al proprio partner una fisicità dimenticata in un contesto erotico di grande coinvolgimento. Il soggetto è portato ad infliggere sofferenza ( fisica e mentale) traendone piacere;

M di masochismo, riguarda quelle persone che hanno imparato a sperimentare attraverso la propria sensorialità, quegli stimoli intensi provocati da una sensazione di dolore, apprezzandoli positivamente.

Il sesso estremo deve seguire tre regole ben precise: sano, sicuro e consensuale!

Altrettanto importante è la cosiddetta “safeword”, ovvero un codice di sicurezza concordata prima con il partner che può essere usata per fermare l’attività erotica.

Nonostante alcune pratiche estreme possano essere considerate “ al limite” non rappresentano un segnale di patologia, dal momento che un soggetto sceglie consapevolmente di dare vita alle proprie fantasie più estreme.

“Commetti il più vecchio dei peccati, nel più nuovo dei modi”

William Shakespeare