È ora che Salvini e Meloni lancino una ciambella di salvataggio ai grillini scontenti



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
26/09/2020 alle ore 10:53



La matematica è decisione, non un’opinione. Anche in politica. Quindi se Matteo Salvini e Giorgia Meloni la smettessero di punzecchiarsi e cominciassero a far di conto, capirebbero che per far deragliare l’accrocco giallorosso -che li vorrebbe irrilevanti e sempre sbraitanti- dovrebbero eccitare, da subito, l’attenzione dei pentastellati scorati e scontenti.

Dovrebbero, senza false ipocrisie, lanciare non un’Opa nei confronti di un Movimento oramai destinato ad evaporare, ma una bella ciambella di salvataggio ai tanti peones grillini insofferenti, frustrati e dal futuro incerto. Ma dovrebbero farlo adesso.

Numeri alla mano sarebbero sufficienti meno di 30 seggi al Senato e di 60 alla Camera. E che però basterebbero a mutare radicalmente gli equilibri politici nazionali.

Con grande scorno di Conte e ZingarettiGrillo e Casalino, ma soprattutto del loro burattinaio Bettini.

Cristallizzando i dati attuali solo Lega e FdI potrebbero riuscire in questa operazione politica a costo zero, senza cioè dover comprimere le rispettive rappresentanze e al netto di qualche “sepolcro imbiancato” pronto a gridare al mercimonio.

Perché loro e soltanto loro, dopo il taglio referendario dei parlamentari, sono certi di poterne aggiungere diverse decine a quelli che già hanno. Al contrario di Pd ed Fi che invece si dissanguerebbero se mai solo pensassero ad analoga opzione.

Poco meno di tre anni addietro una larga maggioranza di italiani votò sperando in un cambio radicale.

Addirittura oltre il sessanta per cento dell’elettorato sostenne M5S, Lega, Fdi e frattaglie varie di estrema destra e sinistra.

Voto e aspettative totalmente disattesi dalle capriole grilline, dalle mattane leghiste e dalle impuntature meloniane.

Oggi che i M5S stanno letteralmente sparendo, ma sono sempre maggioranza relativa in Parlamento per Salvini e Meloni è il momento di fare questa mossa. E di offrire, senza ipocrisie, cambio di casacca e seggio sicuro proprio in nome della fedeltà a quell’elettorato che li ha mandati in Parlamento.

Una campagna trasparente e dichiarata.

Non per forzare la mano a Mattarella e andare subito al voto, ma, anzi, per arrivarci solo dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Che però, per la prima volta da sempre, grazie all’iniziativa politica

dei due leader del centrodestra, potrebbe avere un esito del tutto diverso e imprevisto.