La fantasia di “Scherzi a parte” è stata superata e di molto. Quando mai agli autori di questo programma cult sarebbe venuto in mente di inventare uno scherzo così? Lo andiamo a descrivere.
In quasi tutte le altre regioni d’Italia l’apertura dell’anno scolastico ha avuto già il suo taglio del nastro. In Abruzzo s’è scelto di posticiparlo al dopo Referendum, che notoriamente cade di domenica e lunedì, 20 e 21 settembre, in concomitanza tra l’altro con il voto di alcuni importanti comuni, per esempio Chieti. Il dopo voto prevede, come da protocollo nazionale, un’ulteriore sanificazione dei locali scolastici. Insomma non si può rientrare subito a scuola. Il Covid pare che continui a non perdonare gli errori. Quindi, facciamo giovedì 24 settembre? Fatto.
E qui c’è il colpo di genio. I sindacati di base proprio per quel giorno hanno indetto uno sciopero. Riguarda tutto il mondo della scuola e dell’università, personale docente e personale dirigente, ATA, ricercatori. Insomma tutti. E siccome i problemi sul tappeto evidentemente sono grossi, lo sciopero è doppio. E così si allunga fino al giorno dopo, venerdì, 25 settembre. Datosi che le scuole notoriamente sono chiuse il sabato e la domenica, cioè 26 e 27 settembre, che facciamo, ci rivediamo direttamente il 28? O cosa?
La domanda la rivolge al Governatore , Marco Marsilio, il leader regionale di Azione di Calenda, Alessandro Carbone.
“Le sigle interessate (Unicobas Scuola e Università, Usb P.I., Cobas Scuola e Cub Scuola Università e Ricerca) – con lo sciopero potrebbero provocare disagi notevoli, afferma Carbone, nel caso in cui fosse massiccia la partecipazione di docenti, personale Ata, ausiliari, tecnici e amministrativi delle scuole. Cobas, Unicobas e Ubs scioperano, tra parentesi, anche per quello che viene definito l’inaccettabile protocollo di sicurezza e per le immissioni in ruolo flop del ministro Azzolina (solo 25.000 sulle 80.000 previste) , oltre al mancato incremento del personale Ata che lasceranno centinaia di scuole scoperte”.
Per la cronaca, visto che non siamo tenuti a sapere tutto, per personale ATA si intende il personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti e scuole di istruzione primaria e secondaria. Insomma impiegati e bidelli.
In conclusione, si prevedono rogne, che tradotte in politichese e sindacalese, si chiamano problemi logistici e didattici. Non sappiamo, al momento cosa risponderà il governatore, che comunque è chiamato a sbrigarsi. Ma sappiamo, essendo a suo tempo andati a scuola, che la prima settimana non si conclude granchè. Di diverso c’è soltanto che adesso, per ottenere lo stesso risultato, ci vuole la mascherina e il gel per le mani. E un minimo di senso della responsabilità, anche durante uno sciopero. Oltre a una indizione meno da “Scherzi a parte”.