Perché l'accordo Ceta tra Ue e Canada sarà un boomerang per il settore alimentare italiano? Quali rischi concreti corrono le eccellenze nostrane legate al made in Italy che potrebbero essere imitate e, quindi, danneggiate?
Secondo Coldiretti Abruzzo il Ceta è un “regalo alle lobbies contro il made in Italy e favorisce la delocalizzazione”. E osservano come “inciderà negativamente anche sull'economia e sulle produzioni abruzzesi in quanto per la prima volta nella storia l'Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy piu' prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali”.
Valutazioni che hanno portato alla nascita di una mobilitazione permanente con l'hashtag #stopCETA contro la ratifica del trattato: in Abruzzo Coldiretti ha sensibilizzato le amministrazioni pubbliche e, finora, ha incassato ben 133 no al Ceta. Oltre alle 4 Province e alla Regione Abruzzo, sono infatti già 128 i Comuni che hanno approvato una delibera contro l'accordo internazionale.
"Le delibere aumentano di giorno di giorno, segno tangibile che il CETA suscita molta preoccupazione - dice Coldiretti Abruzzo – l'Accordo, tra le altre cose, uccide il grano duro italiano con il crollo dei prezzi favorito dall'azzeramento strutturale dei dazi per l'importazione dal Canada dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia. Inoltre, con l'accordo peserebbe anche - continua Coldiretti - l'impatto di circa 50.000 tonnellate di carne di manzo e 75.000 tonnellate di carni suine a dazio zero".
La mobilitazione vede accanto a Coldiretti anche organizzazioni come Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch che chiedono di fermare un trattato sbagliato e pericoloso per l'Italia.
Ma cosa c'è scritto in dettaglio nell'accordo? Uno dei primissimi effetti del Ceta sarà l’eliminazione del 98% delle tariffe doganali tra Unione Europea e Canada. E’prevista la possibilità per le imprese europee e canadesi di partecipare alle rispettive gare di appalto pubbliche e l’adeguamento del Canada alle norme europee in materia di diritto d’autore. Già in vigore dallo scorso 21 settembre, in via provvisoria nelle sue parti fondamentali, in attesa di ratifica dai parlamenti nazionali.
Ma il problema maggiore è legato all’imitabilità di alcune eccellenze italiane. Come si legge in un report Coldiretti, ben 250 denominazioni di origine Dop/Igp italiane riconosciute dall’Ue su 291 non godranno di alcuna protezione in Canada, con il rischio che dopo il Parmesan cinese e i Ferrero Rocher che proprio in Asia vennero copiati in toto, qualcuno ci metta lo zampino anche per prosecchi, lonze o altre leccornie made in Italy.
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