Non è il proprio il caso di agitarsi ne’ di perderci il sonno. Poiché votare No o Si oppure non votare affatto sarà lo stesso. Quale che sia l’esito del referendum sul taglio dei parlamentari, per gli italiani non cambierà nulla.
Nessuno avrà un centesimo in più in tasca ne’ vedrà la posa di qualche necessaria infrastruttura. Non sarà abbattuta la pressione fiscale e nemmeno si provvederà a varare qualcuna delle tante riforme che, a chiacchiere, tutti giudicano improrogabili.
Il giorno dopo questo referendum, che cosi tanto sembra intrigare le élite, come per magia, tutto sarà esattamente uguale al giorno precedente. Almeno per i comuni mortali.
Mentre è vero per quelli che ambiscono ad un seggio in Parlamento ci sarà una netta contrazione di probabilità: 345 “cadreghe” in meno!
Checchè ne dicano o scrivano, infatti, la prevalenza dei Si sarà netta e scontata.
È per questo che pure Giuseppi Conte, con la solita temeraria virilità, ha annunciato il suo voto a favore, nel mentre riusciva a quadruplicare -per eccesso di autostima- il numero dei morti italiani da Covid-19 e auspicava il bis di Mattarella al Colle.
L’avvocato che nessuno ha mai votato spera cosi dicendo che la sua claudicante maggioranza riesca a sopravvivere alla scoppola delle regionali e a dilatare i tempi del redde rationem con la scusa di una legge elettorale da rifare.
La cruda verità, invece, è che Il taglio dei parlamentari non servirà proprio a nulla senza che si metta mano alla riforma della Costituzione “più bella del mondo”. Una Carta tanto celebrata quanto obsoleta, che lascia ancora gli italiani invischiati alla seconda metà del secolo scorso, mentre il resto del mondo vive e corre dentro il terzo millennio.
Il poco invidiabile primato di due Camere che fanno esattamente le stesse cose, che approvano o cassano gli stessi provvedimenti ce l’abbiamo oramai solo noi. E il referendum non elimina questa assoluta stupidaggine.
La volontà popolare esercitata nelle “forme previste dalla Costituzione” provocherà quindi, ancora una volta un formidabile nulla di fatto.
Anche perché non sono apparse più sensate e pertinenti le tesi dei sostenitori del No secondo cui col taglio degli eletti ci sarebbe una diminuzione degli spazi di democrazia. Altrimenti, per rendere perfetto il nostro sistema democratico, bisognerebbe moltiplicarlo il numero dei parlamentari.
Ovvio che non sia cosi. Ovvio che entrambi i campi difettino di argomenti validi e non demagogici. Perciò, se possibile, godiamoci questi scampoli d’estate.
Vincerà il Si. Ma non cambierà nulla!