Saranno le elezioni Usa a decidere il destino di governo e legislatura



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
03/09/2020 alle ore 13:01



Il destino del governo giallorosso e della legislatura sarà deciso dalle elezioni Usa. La “tempesta perfetta”, che si svilupperebbe con la concomitanza di regionalireferendum e apertura delle scuole, non dovrebbe quindi scombinare i piani di Conte e Zingaretti

A meno che la sconfitta elettorale non mutasse in catastrofe

Che le regionali possano andar male, quei due lo sanno da tempo. Il centrosinistra è nettamente indietro in VenetoLiguria e Marche, può perdere anche in Puglia e per la prima volta corre dei rischi pure in Toscana

Resta la Campania, certo, dove però De Luca fa corsa a se poiché tutti vedono e sanno che non è un “personaggetto” assimilabile alle posizioni e alle tradizioni della sinistra.

Finisse 4 a 2 per il centrodestra con la scontata vittoria del Si al referendum sul taglio dei parlamentari è comunque possibile che si proceda ad in rimpastino nell’esecutivo e che nel Pd prenda vigore la fronda contro il duo Zingaretti-Bettini col gaudente Goffredo che rischierebbe il confinamento a Phuket o in un’altra delle sue amate spiagge thailandesi.

L’attesa, questa si spasmodica!, invece c’è per il voto americano. Il prossimo 3 novembre vincesse Joe Biden i giallorossi di ogni ordine e grado tirerebbero un sospirone di sollievo. 

Tutto come auspicato e ogni casella al suo posto: la vittoria dell’asinello democratico sarebbe quindi il logico viatico per il completamento della legislatura e l’elezione, con questo Parlamento, del prossimo Capo dello Stato

Anche per questo, da mesi, il racconto dei fatti statunitensi è a senso unico: il “buono” Biden nettamente davanti al “cattivo” Trump!

Ma siccome queste narrazioni sono più che altro basate su desiderata che su dati di realtà, in tanti adesso che la contesa si fa dura cominciano a chiedersi cosa accadrebbe se quel ciuffo biondo che fa impazzire il mondo dovesse spuntarla di nuovo sovvertendo, come già fece con Hillary Clinton, ogni pronostico.

Ecco, in questo caso si che sarebbero dolori e imbarazzi veri. Perché col secondo mandato in tasca è davvero scontato che the Donald non farebbe prigionieri. E che chiederebbe altro che conto e spiegazioni rispetto a vicende “opache” (chi si ricorda di Joseph Mifsud?) che avrebbero visto “personale” e “strutture” del Belpaese coinvolte.

Pressioni tanto forti che consiglierebbero persino il buon Mattarella a riconsiderare la sua attuale strategia a protezione del governo giallorosso. E magari a concedere agli italiani, obtorto collo, di andare a votare nella primavera prossima.