Lo abbiamo letto e riletto, articolo dopo articolo, comma dopo comma.
Lo abbiamo letto insieme ai lavoratori, lo abbiamo fatto leggere all’Ufficio legale, a quello legislativo e ai dirigenti degli enti locali e della regione Abruzzo.
Tutti hanno dato la stessa risposta: nel decreto-legge N°104, del 14.08.2020, il cd. decreto “Agosto”, non c’è un euro per la stabilizzazione dei precari.
Infatti, all’art. 57 comma 3 si prevede solo genericamente che le amministrazioni interessate, con i loro fondi, possono assumere, a decorrere dal 2022, i lavoratori precari.
Cosa già ben prevista e autorizzata dalla cd. legge “Madia” che, anzi, prevede le assunzioni nel triennio 2018/2020.
Il decreto, inoltre, non stabilisce assolutamente l’assegnazione delle risorse necessarie alle stabilizzazioni, cosa invece necessaria per assumere i lavoratori.
Tra l’altro, non si prevede nessuna deroga ai vincoli assunzionali ordinari ponendo, di fatto, le procedure di stabilizzazione a carico degli enti e limitandosi a riproporre l’ennesima proroga di un anno dei contratti in scadenza a dicembre.
Francamente ci si aspetta ben altro, si aspettavano tempi brevi e certi, risorse stabili e sufficienti, deroghe concrete ed efficaci ai limiti assunzionali che avrebbero permesso, una volta per tutte, l’assunzione definitiva di lavoratori che, invece, continueranno a vivere amareggiati in un precariato perenne e di poche speranze.
Il Governo non può continuare ad ignorare la presenza dei lavoratori precari del Comune dell’Aquila, di quelli del cratere, degli uffici speciali e dell’Ex-onpi, dipendenti a tempo determinato dal 2010 e che, a differenza di molti altri colleghi di altri enti, non hanno ancora sicurezze sul loro lavoro e sulla loro vita.
In sostanza nel decreto viene detto: se volete stabilizzare i precari fatelo pure, ma lo dovete fare a spese vostre perché il Governo prevede fondi solo per il rinnovo di un anno ma non per la definitiva stabilizzazione di queste persone.
Invece siamo arrivati al punto che nessun motivo può bloccare le assunzioni a tempo indeterminato che darebbero dignità, finalmente, dopo dieci anni di attesa, ai lavoratori precari impegnati nella ricostruzione ed alle loro famiglie.
A questo punto ci appelliamo, ancora, al buonsenso della politica affinchè prenda a cuore seriamente il problema in modo da dare riscontro alle richieste che questa Organizzazione sindacale continua a fare da tempo dichiarandoci, ancora una volta, disponibili a lavorare insieme alle istituzioni in quanto il problema non è solo dei lavoratori ma è dell’intera città.
Fabio Frullo
Il Segretario generale