Imbarazzo, incredulità. Ma un attimo dopo interventismo per prendere provvedimenti. Ad Alba Adriatica il segretario del circolo Pd si è “distinto” per alcuni post sui migranti. Il tenore è stato questo: «Un’idea di strategia ce l’avrei: si regala a chi non ha diritto di stare in Italia una crociera con escursione sulla costa africana»; «La “vacanza” italiana deve pur terminare»; «Gli italiani vanno difesi anche con l’esercito se necessario».
Il risultato è stato l'espulsione dal Partito Democratico decisa dal Segretario regionale Marco Rapino. «Viviani è decaduto come segretario e non potrà iscriversi di nuovo al partito», ha detto. Il motivo? Ha di fatto violato il codice etico con quelle uscite su facebook. La decisione è giunta qualche giorno fa, il tempo necessario per ragionare a più cervelli (e a più livelli) sull'opportunità di tenersi in casa una voce così sguaiata, in un momento in cui proprio l'immigrazione rappresenta un tema sociale, prima che elettorale.
In verità Rapino si era scagliato da subito contro il dirigente di Alba Adriatica, manifestando il proprio dissenso. Non è ammissibile per i democrat, ma per qualsiasi altra forza politica che agisca con civiltà, convivere con gli impulsi apparsi sulla bacheca facebook di Viviani. Aggravata dal fatto che si tratta di un dirigente politico, non di uno scalmanato qualsiasi. E anche al di là del codice etico, perché investe la sfera più personale.
Un'appendice del gesto sarà anche quella di trovare, inevitabilmente, porte chiuse in vista dell'imminente congresso del Pd, che definirà nomi e obiettivi dei dirigenti sul territorio. Per cui in questo mese di vacatio, la sedia di Viviani sarà occupata dall'assessore regionale Dino Pepe.
Una grana non da poco per i piddini, già alle prese con i mal di pancia teramani che hanno portato solo pochi giorni fa al battesimo della componente Red.
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