Dubbi in amore... "sarà la persona giusta per me?"


Il disturbo ossessivo compulsivo da relazione


di Alessandra Rosa
Categoria: Chiedilo a Freud
06/08/2020 alle ore 12:01



Buongiorno dottoressa, mi chiamo Vittoria ed ho 35 anni. Ho una relazione con un mio coetaneo da circa tre anni e ultimamente ho una serie di dubbi senza una ragioneben precisa. Penso continuamente “ lo lascio o non lo lascio?”. A volte con lui sto bene, altre volte invece non lo so anch’io....la prego dottoressa mi aiuti ad uscire daquesto circolo vizioso.

La ringrazio per l’attenzioneVittoria B.

Cara Vittoria, nel momento in cui si ha una relazione questi dubbi possono sopraggiungere! E quando influiscono negativamente sulla qualità della nostra vita, bisogna intervenire immediatamente.
Nel caso specifico potremmo essere di fronte ad un disturbo ossessivo compulsivo da relazione (ROCD), ovvero una forma di disturbo focalizzato sulle relazioni affettive, sentimentali, amicali, professionali o familiari che diventano il nucleo dei sintomi ossessivo- compulsivi.

Le ossessioni riguardanti la relazione si manifestano sotto forma di pensieri ricorrenti deltipo: “sarà la persona giusta per me?”; “si comporta in modo infantile oppure no?”; “lo amo veramente o penso di amarlo?”.
Il soggetto trascorre la maggior parte del tempo a porsi domande di questo tipo, e paragonare il proprio partner ad altre persone , magari partner di amici o potenziali partner. Ha continuamente bisogno di rassicurazione sulla propria relazione e sul fatto che sia o meno giusto restare insieme ed evitare altre relazioni.

Spesso i pensieri intrusivi di questo disturbo vengono considerati inaccettabili, provocando sentimenti di colpa e vergogna in quanto contraddicono ciò che il soggetto sente nellarelazione ( “ anche se so di amare il mio partner, non riesco a smettere di mettere in discussione i sentimenti che provo per lui”).

I sintomi ossessivo-compulsivi in questo caso specifico possono svilupparsi sia all’interno diuna relazione affettiva ma anche dopo la fine di una relazione; il soggetto potrebbe porsi leseguenti domande: “ ho fatto bene a lasciarlo?” “ mica ho perso la mia anima gemella?” .Lo sviluppo e il mantenimento del disturbo dipendono dalla presenza di alcune convinzioni, di un disfunzionale monitoraggio dei propri stati emotivi.

Il soggetto va alla ricerca continua di una relazione “perfetta”, e dunque una ricerca utopicadella relazione stessa; così facendo non riesce a vivere una relazione in modo gratificante. Un percorso psicoterapeutico sarebbe auspicabile nel momento in cui un soggetto si renda conto di essere entrato in questo circolo vizioso ossessivo-compulsivo.