Di rubare ha rubato, dice il giudizio di primo grado, perché beccato dalle intercettazioni ambientali e telefoniche e quindi sospeso. Ma oggi il Tribunale di Vasto gli dà ragione (aveva fatto ricorso) e condanna le Poste per giunta al pagamento degli arretrati perché, nel frattempo, era stato sospeso.
E'giustizia schizofrenica per un 58enne che dopo cinque anni di processi e carte bollate è riuscito a vedersi ribaltata la condanna in primo grado a un anno e nove mesi. Il Tribunale di Vasto infatti lo aveva giudicato colpevole di appropriazione indebita perché nel 2012 aveva rubato 14.500 euro dalla cassaforte.
La sede era quella centrale di Vasto, di cui l'impiegato aveva le chiavi: ad incastrarlo erano state alcune intercettazioni. All'apparecchio diceva ad un conoscente che si sentiva tampinato dai colleghi e meditava di rendere i denari.
Dopo due mesi, proprio all'indomani del trasferimento a Chieti, ecco le misure cautelari disposte dal gip: sospensione dal posto di lavoro ma reintegro nel 2014 su istanza dei suoi legali.
Oggi la beffa per le Poste: non solo sono state scippate, ma devono anche restituire all'impiegato-ladro gli stipendi arretrati perché sarebbe stato "licenziato troppo tardi"
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