FAVORISCA GLI ATTI, SIGNOR PRESIDENTE!


La conoscenza è un nostro diritto


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
24/07/2020 alle ore 11:50



La cultura ci rende liberi.

E, più in generale, la conoscenza, come cittadini italiani, delle scelte politiche adottate nell’interesse del popolo e rispetto alle quali non possiamo assumere le vesti di spettatori passivi, dovendo piuttosto comprenderne ogni sinolo aspetto, ogni minima sfaccettatura. È un nostro preciso diritto.

D'altro canto, è proprio vero che la paura non rappresenta altro che la reazione emotiva ed istintiva all’ignoranza.

Sotto questo aspetto, uno dei prodotti più genuini che l’emergenza conseguente alla necessità di affrontare il COVID-19 ha generato, ed a causa della quale stentiamo a scrollarci di dosso rituali compulsivi ed ossessioni talvolta patologiche, è rappresentato dall’autoritarismo governativo e dalla conseguente imposizione di scelte attraverso strumenti poco compatibili con un assetto di tipo democratico.

Abbiamo conosciuto limitazioni consistenti della nostra libertà personale e di circolazione; siamo stati sostanzialmente privati di fette rilevanti di diritti costituzionalmente garantiti, molto spesso con l’illegittimo avallo di sindaci e presidenti di regione.

E tutto questo a tutela di una precisa ragion di Stato: la salute pubblica. Anzi: sulla base delle valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico in base al quale sono state prese tutte le decisioni più importanti per affrontare l’emergenza.

Abbiamo accettato, spesso supinamente per evitare di essere considerati eretici traditori della Nazione, ogni previsione, ogni dato, ogni statistica, ogni valutazione medico-scientifica che giustificasse il parto plurigemellare di decreti ed ordinanze da inizi marzo.

Quando lo stato di emergenza era già stato deliberato da fine gennaio.

Oggi, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha deciso che le cortine di silenzio e di veto devono cadere. Il popolo italiano deve sapere. E, perciò, entro trenta giorni il Governo deve rendere conoscibili tutti gli atti secretati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la gestione del CoronaVirus.

Fuori tutti i verbali che il Capo della Protezione Civile, in costanza di lockdown, dichiarava espressamente non pubblicabili poiché considerati dati sensibili e, dunque, ostensibili solo ad emergenza terminata.

L’emergenza non è finita. Ed il TAR ha stabilito che quei verbali non costituiscono affatto dati sensibili come il Governo e la Protezione Civile hanno voluto far credere.

E la Nazione ha diritto di sapere.

Avete forse qualcosa da nascondere?