Caso Palamara. TESTIMONI DI INGIUSTIZIA


Resa pubblica la lista dei testimoni, il "red carpet" annuncia passerelle di grido


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
15/07/2020 alle ore 12:42



Sarete d’accordo con me sul fatto che il cinema italiano può vantare e darsi lustro di alcuni attori che ormai hanno conquistato il panorama internazionale.

Uno di questi è senz’altro Pierfrancesco Favino, le cui interpretazioni sono non soltanto l'esempio di una capacità di recitazione eccelsa, ma – soprattutto – riescono a riportare in vita e descrivere con strabiliante aderenza le caratteristiche di alcuni personaggi dallo stesso interpretati.

Ricordo i vari Coppi, Craxi e, perché no, la cruda e drammatica figura di “Bufalo” in Romanzo Criminale.

Ma non posso non accogliere sul podio delle migliori pellicole il personaggio di Tommaso Buscetta, nel film “Il Traditore”.

“Don Masino”, il primo uomo d'onore che ha consentito a Falcone e Borsellino, attraverso il suo pentimento, di ricostruire il sistema interno di Cosa Nostra, guidando i due magistrati verso la celebrazione del maxiprocesso più discusso e chiacchierato del dopoguerra.

Tecnicamente i pentiti si chiamano “testimoni di giustizia”.

Ai giorni nostri, adatterei questa locuzione aggiungendo il prefisso “in”. Così da leggersi “testimoni di ingiustizia”, con riferimento ai cento magistrati che, dal 21 luglio prossimo, saranno chiamati a testimoniare da Luca Palamara innanzi la sezione disciplinare del C.S.M. nell’ambito nel procedimento promosso per l’ipotesi di aver creato un sistema di potere legato alle correnti politiche interne alla magistratura (il Nostro era a capo della corrente Unicost).

La lista dei cento testimoni è stata resa pubblica. Ed il “red carpet” annuncia passerelle di grido.

Palamara si dice pronto a parlare anche dei processi a Silvio Berlusconi e della loro gestione.

Inoltre, saranno oggetto di accurata analisi le registrazioni del giudice di Cassazione Amedeo Franco che descrive la condanna del Cavaliere per frode fiscale come un processo preconfezionato e diretto dall'alto.

Immancabili, poi, saranno le discussioni sulle promozioni disposte in maniera piuttosto disinvolta dal C.S.M. per molti magistrati che, in questi anni, hanno partecipato a vario titolo ai colleghi giudicanti sulla responsabilità del leader di Forza Italia.

Ma anche, specularmente, il destino infausto dei pochi giudici che hanno firmato sentenze di assoluzione. A Milano, per fare un esempio, tutti i magistrati che hanno prosciolto Berlusconi hanno dovuto, per un motivo o per l'altro, cambiare sede giudiziaria.

Insomma, il palinsesto è ricchissimo.

Chissà che Favino non prenda spunto.