Non è una notizia che Berlusconi Silvio sia stato inseguito per anni e infine azzoppato dall'impasto rancido di toghe, politica e giornalismo. Da quei poteri e quegli interessi convergenti che dapprima l'hanno temuto, poi blandito e infine mandato davanti al plotone d'esecuzione di cui s'apprende chiaramente solo adesso e solo grazie ad una registrazione audio.
No, non è proprio una notizia. Lo sapevano tutti, Berlusconi compreso e fin dal principio, che la partita sarebbe potuta finire così. Lui che andava a insidiare il potere consolidato e quell'altro che reagiva. Niente di strano né di nuovo.
Le squadre in campo sono sempre state ben delineate e ben foraggiate. Da una parte e dall'altra. Con la differenza che gli oppositori hanno lavorato con metodo, ostinazione e accanimento. Mentre le difese del Cavaliere si sono mostrate solide come la neve al sole. Si sono squagliate e ogni volta sono state ricomposte da personaggi di leva sempre minore.
Dove prima c'erano Colletti, Dalla Valle, Martino, Melograni, Rebuffa ci fu poi l'Angelino Alfano. E, infine, oggi c'è Tajani che, confondendo Francia con funcia, paragona Berlusconi all'Affaire Dreyfus. Il che, tutto sommato, potrebbe bastare a spiegare.
Ma c'è di più. C'è che Berlusconi non è riuscito a mantenere nessuna delle promesse di rinnovamento e di riforme nei tanti anni che ha passato al governo. C'è che si è fatto irretire, invischiare, lusingare e infine ammanettare e spedire ai servizi sociali non sapendo scegliere oltre l'uomo solo al comando.
I migliori si sono stufati e lui non ha più avuto né una squadra all'altezza della sfida che proponeva né il coraggio di andare fino in fondo. Neppure la guida dei Servizi segreti è riuscita a proteggerlo nel privato più intimo. Mentre tanti ministri invece di operare col bisturi del rinnovamento, cincischiavano e s'accordavano col carissimo nemico.
No, non è una notizia che la Giustizia in Italia sia una chimera. Sono milioni gli sventurati che c'incappano. Lo vediamo tutti e tutti i giorni. Non era necessario né l'audio sul Cavaliere perseguitato né il Trojan nelle chat di Palamara. Una incisiva riforma del sistema giudiziario è necessaria e urgente da almeno un quarto di secolo. Ma diamo per scontato che se ne parlerà tanto e se ne farà poco. Meglio, che non se ne farà nulla.