Buongiorno dottoressa, mi chiamo Miriam ed ho 35 anni. Le scrivo perché ho l’ossessione della perfezione, nel senso che voglio sempre che gli altri mi giudichino in modo positivo e cerco di soddisfare le esigenze altrui piuttosto che le mie. So che devo intraprendere un percorso di psicoterapia, nel frattempo mi aiuti a capire la mia situazione.
La ringrazio per l’attenzione
Miriam G.
Cara Miriam, immagino come tu possa sentirti, in quanto soddisfare sempre le aspettative degli altri non sempre è facile, anche perché non ti riconosci il diritto di sbagliare ed anche di dire NO. Cercherò brevemente di spiegarti la problematica che mi hai presentato.
Per quale ragione dovresti fare sempre tutto bene? Ti sei mai chiesto per quale ragione alcuni di noi sono ossessionati dalla mania della perfezione? In alcuni campi puoi dare il meglio di te stesso ma impara a non generalizzare troppo tale concetto, altrimenti rischi di rinunciare ad attività potenzialmente piacevoli. Se hai esigenze di perfezione di conseguenza non tenterai mai nulla e sarai bloccato nel sperimentare nuove esperienze.
Se hai figli parla con loro e incoraggiali a sperimentare piuttosto che a paralizzarli ed imprigionarli nella gabbia della “perfezione”.
Incoraggia i tuoi figli a fare molteplici attività per il solo fatto che lo desiderano, e non a evitare una cosa perchè potrebbe esserci la possibilità che non riescano a farla bene.
Un bambino percepisce facilmente il messaggio disfunzionale che lo induce a misurare il senso del proprio valore sulla base dei suoi insuccessi. Di conseguenza con il passare del tempo potrebbe evitare le attività nelle quali non eccelle e sentirsi “inadeguato”.
Quante volte abbiamo sentito questa frase: “sbagliando si impara”. Ci è stato insegnato a considerare il successo come l'unico valore accettabile; il timore di non riuscire, di sbagliare racchiude la paura di sperimentare l'ignoto.
Di conseguenza la paura di non riuscire significa paura sia dell'ignoto che della disapprovazione
A volte è difficile dire di “no” o anche accettare un “no” come risposta dagli altri, senza provare emozioni negative; dire di “no” può essere considerato non come un modo per avere cura di sé e non come un modo per fare sperimentare agli altri un rifiuto.
Come superare il senso di colpa nel rispondere no?
Ecco le seguenti domande da rivolgersi:
1 E’ una richiesta ragionevole?
2 Chiedere altre informazioni per avere un quadro più chiaro della situazione;
3 Esercitatevi a dire di “no”;
4 Smettere di scusarvi, se vi è qualcosa che non volete o potete fare.
Riesaminare dentro di voi le conseguenze del dire “si”
1 Potreste adirarvi con voi stessi per dovervi impegnare in qualcosa che non volete fare;
2 Intralcia i vostri programmi;
3Cominciate a provare un crescente sentimento di rancore
4 Da quel momento che vi siete impegnati in qualcosa che non volevate fare e dunque non siete stati onesti con voi stessi, ciò che ha comportato una mancanza di comunicazione è una comunicazione ingannevole.
“ Se non hai tentato... non hai vissuto!”