Diciamoci la verità: farà pure schifo la politica, certa politica. Ma volete mettere certa magistratura italiana?
Saranno (e lo sono!) impresentabili tanti eletti di ogni ordine e grado, ma dei liquami che emergono dalle chiacchiere e dalle riunioni intercettate nell’indagine che coinvolge l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati Palamara, vogliamo parlarne? Più se ne legge, più cresce lo stupore e la nausea.
E’ certamente un cancro il proliferare di politicanti incapaci e arraffoni, ma come definire tutti questi togati in tutt’altre faccende affaccendati?
Beccati a brigare, tramare, chiedere, spartire e raccomandare?
Leggere tutte quelle storie di malaffare, di cordate, di favori, addirittura di inchieste volutamente apparecchiate per colpire questo o quell’avversario, storie che vedono coinvolti e protagonisti togati di ogni dove, impegnati a scannarsi e a proteggersi per ottenere un posto o una poltrona in questa o quella Procura o un voto al Csm, mostra persino ad un cieco che il problema Giustizia è oramai il problema numero uno di questa disgraziata Nazione.
Parafrasando il vecchio e fortunatissimo titolo dell’Espresso dell’11 dicembre 1955 si potrebbe dire: “magistratura corrotta, Nazione infetta”.
Ci sta tutto. Ci sta che il truffatore, il ladro, il corrotto, il traffichino sia un cittadino qualunque.
Ci sta pure che sia uno che si propone e pure corrompe e quindi viene anche eletto ad una carica pubblica. E’ nella norma. E poi, ci si sente soddisfatti e appagati quando lo si acchiappa con le mani nella marmellata.
Ma se quegli stessi modi ed interessi e metodi mostrano di praticarli i magistrati -e non una singola mela marcia, ma gran parte del cesto!- se a fottersene della decenza e della creanza sono quelli che devono amministrare la giustizia, allora no, signori miei, non c’è proprio niente di normale.
Per questo (e non per le la gradazione di “garantismo”!) avrebbero dovuto accomodare all’uscita l’ex dee-jay grillino che siede al ministero di via Arenula. Per incapacità e silenzio e immobilismo di fronte a questo fiume di melma che mostra quanto diffuso e terminale sia il tumore. Coraggio, diciamocela la verità.