Il pasticcio delle indennità per le Guardie mediche abruzzesi è opera del Governatore Luciano D'Alfonso. Lo sostengono gli esponenti grillini in Regione che, dopo una pronuncia della Corte dei Conti che ha cassato le indennità con effetto retroattivo, fanno nome e cognome dei responsabili di questo disagio patito dal personale che opera nel settore.
Il vice presidente della commissione regionale Sanità, Domenico Pettinari e la consigliera regionale pentastellata, Sara Marcozzi, ai 400 medici del territorio che hanno contratto un debito con la Regione Abruzzo, di quasi 70mila euro ciascuno, dicono che tutto nasce dalla decisione di D'Alfonso di eliminare i 4 euro l’ora di indennità di rischio in formula retroattiva.
E'la ragione per cui prima le Guardie mediche abruzzesi hanno dovuto subire il taglio dello stipendio e in seguito hanno ricevuto anche “la richiesta di recupero delle somme percepite dalla Regione Abruzzo, estesa anche agli eredi”.
Secondo i pentestellati i 400 lavoratori del comparto “in Abruzzo rappresentano un valore aggiunto irrinunciabile, soprattutto in quelle aree interne che sono poco servite dagli ospedali maggiori e che risultano ancor più isolate dalle politiche di depotenziamento e chiusura che ha investito i grandi ospedali d’Abruzzo.
Il motivo di questo taglio incondizionato è una semplice richiesta di spiegazione su questa indennità di rischio, ritenuta utile nel 2006 e che avrebbe dovuto colmare tutte le carenze relative alla sicurezza sul posto di lavoro. Una richiesta di delucidazioni da parte della Corte dei Conti, a seguito della quale la Giunta regionale ha preferito disporre l’interruzione della stessa”.
Pettinari entra a gamba tesa su D’Alfonso, reo di penalizzare il personale medico: “Anche in altre regioni è stato chiesto un accertamento su queste spese e al massimo si è interrotta l’erogazione, ma assolutamente senza una formula retroattiva, addirittura estesa agli eredi, che rischia di mettere in ginocchio intere famiglie. Inoltre il provvedimento che ha assegnato i 4 euro in più l’ora risale allo scorso governo Pd, dunque il presidente, prima di chiedere un risarcimento retro attivo ai lavoratori che sono attori passivi in queste scelte, dovrebbe eventualmente richiedere le somme percepite dai medici di guardia a chi le ha autorizzate e quindi alla Dirigenza di quegli anni e all’organo politico dell’epoca, del quale alcuni sono attivi decisori in questo frangente”.
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