Vincere la corsa al vaccino! La strategia della fava di Donald Trumpnon ammette tentennamenti. Ribadire la primazia dell'America First è il suo imperativo categorico. Quello che 4 anni addietro l'ha portato allaCasa Bianca e col quale adesso cerca di mettere all'angolo la Cina e garantirsi la rielezione a novembre.
Il Tycoon spera nel jolly entro la fine di settembre. Così da sferrare un micidiale uppercut a Xi Jinping e alla subdola strategia di penetrazione cinese. Quella che tenta di sovvertire l'ordine mondiale senza la minaccia militare, ma infiltrando i continenti con "aiuti", partnership, autostrade digitali e tanti sorrisi.
Vincere la corsa al vaccino non è quindi un'opzione. È la stessa ragion d'essere dell'amministrazione Usa. Poiché la capacità di immunizzarsi dal Covid-19 ha assunto un connotato assai più politico che terapeutico.
È la versione moderna di quella che negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso fu la competizione per la conquista dello Spazio contro i sovietici di Kruscev e Breznev.
Con la differenza che ora gli americani si trovano a competere con un espansionismo cinese sorretto da numeri demografici enormi e da un'economia comunque in crescita. Qualunque risorsa, quindi, e qualunque mezzo pur di battere Pechino. Che, dopo aver nascosto la verità sul virus, sembrava anche in vantaggio sulla sperimentazione.
Dollari e intelligence: sono già più di una decina i potenziali vaccini. E su tutti c'è l'occhio vigile di Trump. La deadline è per la fine di settembre. Per allora la Casa Bianca conta di avere la fava per acchiappare i due piccioni.
Del resto, l'affondo di Barack Obama (mai accaduto che un ex presidente abbia attaccato quello in carica), mostra tutte e chiare le difficoltà dei liberal con "Sleepy Joe" Biden finito in un cono d'ombra. Trump l'ha capito. E il vaccino è proprio la fava che gli serve.