Riapertura: Ristoratori in ginocchio tra regole e mancato ristoro economico


Ce ne parla Cristian Summa, ristoratore pescarese


di Elisa Leuzzo
Categoria: ABRUZZO
18/05/2020 alle ore 12:28



Nonostante le grandi difficoltà è il giorno della riapertura di bar, negozi e ristoranti.

Nei ristoranti è tutto pronto per accogliere i primi clienti, certo sui tavoli invece delle vietatissime oliere troveremo boccette di igienizzante.

Ma se l’igiene e la sicurezza sembrano garantite, le attività sono chiuse da molto tempo ormai e accusano il contraccolpo economico.

Ce ne parla Cristian Summa, ristoratore pescarese.

“Stiamo seguendo le linee guida e tutte le norme di sicurezza, per la tutela e il contenimento, giustamente, di un’epidemia. E’ dura rispettare le regole, quasi inapplicabili, ma cercheremo di fare il nostro meglio, garantendo un menù veloce, l’unica opportunità da prevedere per compensare l’obbligatoria riduzione di coperti imposta dal distanziamento, per una maggiore turnazione tra clienti”.

“Adotteremo la sanificazione del locale, le distanze misurate, il servizio ai tavoli con mascherine e guanti e vettovaglie monouso”.

“Sicuramente da oggi tra ristoratori e clienti ci sarà un rapporto fiduciario, una delle poche cose positive all’interno di questo disagio generale”.

“Speriamo di tornare prima possibile alla normalità ma prima o poi bisognava riaprire”.

“La cosa più grave, – sottolinea Cristian Summa- al di là dalle regole sicuramente folliè l’incapacità del Governo di governare.

E’ indecente, dal punto di vista imprenditoriale, dopo due mesi di stop, non aver ricevuto il ristoro economico promesso e sbandierato.

Zero bonus covid, reddito di emergenza, bonus affitti e bollette, dipendenti che aspettano ancora la cassa integrazione, abbiamo solo pagato gli stipendi dei dipendenti, gli affitti e le utenze!

Abbiamo chiuso e riaperto senza ricevere un euro, è una situazione indecente”.

Insomma, i giudizi continuano ad essere poco lusinghieri sui provvedimenti sin qui adottati dal Governo per contrastare la crisi provocata dalla pandemia.

Finora solo annunci. Certo, in primis la salute e tutti rispettano la questione sanitaria, ma come vediamo e ascoltiamo, dal grido degli imprenditori, poi viene l’economia, e se non si muore di coronavirus è possibile, cosi facendo, che saranno le aziende a morire di miseria.

Perché se un imprenditore torna al lavoro deve affrontare i costi al 100% mentre lavoreranno probabilmente al 30 o al 40%.