Nuovo governo o voto. S'appresta a diventare talmente esplosiva la situazione italiana che -incredibile a dirsi- potrebbe produrre, col sicuro rinculo del decreto “rilancio”, persino un governo total sovranista. O, in alternativa, il voto anticipato a ottobre.
Nel casino totale di veti, di minacce e di lacrime, il duplex Conte/Casalino, cercando di poteggersi s'è schiacciato ancor più sul Pd, riuscendo a deludere compiutamente il corpaccione parlamentare pentastellato. Così adesso, col consolidarsi della fase 2, quella che emerge è una opzione 2. Nel senso di doppia possibilità.
Niente a che fare con l’esecutivo tecnico-politico guidato da Mario Draghi (che gode però ancora dei favori degli allibratori di Roma e Bruxelles! ndr), ma il suo opposto.
Una sorta di salto triplo carpiato, capace di riportare in vita l’asse Di Maio/Salvini con la determinante aggiunta della Meloni.
Una maggioranza parlamentare che i numeri li ha e che potrebbe trovare il suo cemento nel voto contrario al Mes. Un nuovo impasto sovranista amalgamato anche dalle lacrime di gioia dalla ministra Bellanova per la maxi sanatoria di altri 600mila immigrati irregolari.
Nuovi Vaffa-day sono nell’aria. S'avverte distintamente. E magari ancora più clamorosi. Il decreto non solo non risolve, ma accrescerà la rabbia. I soldi ci sono solo sulla carta, ma non nelle tasche degli italiani. E le mascherine diArcuri fanno il paio con limitazioni e divieti tanto cervellotici quanto dannosi.
Stavolta però non se li aggiudicherà un Grillo qualsiasi, ma chi sarà capace di intercettare la realtà con soluzioni concrete. Chi avrà la forza di dire davvero stop al cappio della burocrazia e della corruzione. Con poche , ma chiare proposte. Come, ad esempio, lo stracciare in pubblica piazza quel “codice degli appalti" che blocca tutto. Indicando il futuro dell'Italia nel modello che a Genova ha ricostruito, in un anno!, quel ponte crollato.
Persino i poltronisti ad oltranza del Pd cominciano a ritenere critica, insostenibile e controproducente la situazione. Persino loro pensano al voto politico anticipato. Naturale quindi che Di Maio e soci considerino anche l'ipotesi di un nuovo cambio in corsa.
Salvini tace e finge disinteresse. Ma sa perfettamente quanto il ragazzo di Pomigliano d'Arco abbia voglia di dare il benservito a "Giuseppi". E se è vero che il distanziamento sociale è ancora in atto, già da lunedì si potranno reincontrare gli amici.