Solo un Prestito Nazionale esente da imposte presenti e future ci potrà salvare


Ma ci vuole un nuovo Esecutivo


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
05/05/2020 alle ore 12:52



Un Prestito Nazionale lanciato da un nuovo Esecutivo. Senza risibili task force e con le migliori energie al suo interno. Subito. Se questo avvilente e ondivago ceto politico avesse mai un sussulto d'umiltà e di decoro, avrebbe già capito che non ci resta che questo. Per evitare quel certissimo disastro autunnale che produrrà tensioni, conflitti sociali e povertà diffusa. 

Invece ancora nicchiano e s'azzuffano sul nulla. Invece di danari -senza interessi o a fondo perduto- arrivano chiacchiere. Come questa disputa sul "decreto Aprile" che ormai è diventato Maggio e non è impossibile che slitti a Giugno. Come quella "poderosa manovra" che nessuno ha mai visto.

Un Prestito Nazionale "esente da imposte presenti e future". Una cedola a lunga scadenza e dal rendimento minimo. Un nuovo "bond per l'Italia", per la sua ripartenza. Da emettere subito e da finanziarsi con una minima parte (il 10/15 per cento!) dell'imponente risparmio privato. Una montagna di soldi che ammonta, secondo tutte le stime più attendibili, a non meno di 8.500(ottomilacinquecento) miliardi di euro. 

Ce li hanno le famiglie italiane quei soldi, non i fondi speculativi cinesi o americani o tedeschi o francesi. L'unica cosa che la Merkel ci invidia. Soldi che invece di tenere a rendimento zero o celare in "paradisi" più o meno legali, potrebbero essere prestati allo Stato. Non al governo, sia chiaro, ma allo Stato. Un patto cioè di reciproca fiducia e interesse, senza trappole erariali o burocratiche. E, per l'appunto, senza imposte presenti e future

Nel mare quotidiano di chiacchiere, in pochi hanno fatto attenzione a quest'idea. Forse perché l'ha avanzata Giulio Tremonti. O perché trattasi di una proposta assolutamente praticabile, originale e intelligente. Capace di farci uscire dall'angolo in cui, la dabbenaggine e l'incapacità politica da un lato e il virus venuto dalla Cinadall'altro, ci hanno sospinto. Fatto sta che, come spesso accade nel Belpaese, è finita sotto una spessa coltre di silenzio. 

L'idea-appello dell'ex-ministro dell'Economia (che, per inciso, non fa parte della schiera di capoccioni assiepati nelle inutili task force!) ha trovato sbarrati i cervelli e i cancelli del Mef e di Palazzo Chigi.  

Troppo impegnati a sbagliare da soli per prestarci l'attenzione dovuta. Così niente, silenzio. Mentre la Nazione riprende a muoversi piena di incertezze e s'avvia al precipizio.  

Basta, perciò. Bisogna affrettarsi a cambiare pagina. Perché il Prestito Nazionalenon può che essere il primo punto di un nuovo esecutivo. 

Un bond economico-sociale, per sostenere i redditi e dare ossigeno alla nostra industria grazie a quegli 800/1000 miliardi che tutti gli indicatori ritengono vitali. 

Senza indugi o tentennamenti.