Le supercazzole di "Giuseppi" Conte: tra il dire e il virus ecco le frottole che ci raccontano


"Saranno", "Faremo", "È allo studio", "Si valuta"..


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
30/04/2020 alle ore 12:57



Saranno”, “Faremo”, “È allo studio”, “Si valuta” : le supercazzole di “Giuseppi” Conte hanno nell’indicativo futuro e nel burocratese i loro punti fermi. Le colonne su cui poggia la narrazione di tutto quel che certissimamente si farà e che, tuttavia, non s’e’ fatto.

Il governo giallorosso ha promesso, ad oggi, ben 750 miliardi. Ebbene, ne ha erogati, forse, soltanto 2

Ciò nonostante, il premier e il ministro dell’economia Gualtieri insistono nel medesimo racconto. “Arriveranno”, “Stanzieremo”, “Garantisce lo Stato”, “Nessuno perderà il lavoro”, “Nessuno sarà licenziato”: frottole, balle! Usate il sinonimo che più vi aggrada perché purtroppo è questa la verità.

Tra il dire e il virus che ci tiene in casa e in apprensione c’è di mezzo questo mare di bugie e di incapacità. Incapacità nascosta dalla presunzione e dai “pieni poteri” che questo signore, mai votato da nessun italiano, si è arrogato nel silenzio complice di tutte le prefiche della Costituzione!

Adesso però cominciano a vedere e capire tutti. Soprattutto chi non sa più a che santo votarsi, chi sta con l’acqua alla gola, chi chiude attività e aziende perché i conti sono prosciugati.

E, siccome questi governanti per caso sono fortissimi coi deboli quanto calabraghe coi poteri veri, finirà che magari daranno quel poco che c’è e quello che arriverà, a chi ha sempre tanto o a chi non c’ha rimesso nulla.

Finirà che sosterranno il caro, vecchio capitalismo assistito nostrano. Quello che da sempre succhia il sangue della Nazione per poi industriarsi a pagare imposte e dividendi nei paradisi fiscali. Andrà così. Con tutti gli altri a bestemmiare e ad aspettare l’impossibile e ridicolo “atto d’amore” che “Giuseppi” ha chiesto alle Banche. 

Con tutti gli altri che dovranno arrangiarsi e rodersi pure il fegato vedendo i tedeschi che hanno già inondato le industrie e i lavoratori con mille (1000!) miliardi a fondo perduto.

Con tutti gli altri che dovranno pietire prestiti, compilare domande, presentare caterve di documenti e rendiconti. Prima di decidere di chiudere o di affidarsi agli usurai per un ultimo, disperato giro di valzer.