L'Aquila. Caso buoni spesa: "Una vergogna nazionale"


Buoni spesa per 1800 famiglie BLOCCATI nelle casse del Comune


di Elisa Leuzzo
Categoria: ABRUZZO
27/04/2020 alle ore 17:47



Oltre all’anticipo del Fondo di solidarietà’ comunale, il Governo ha assegnato ai Comuni 400 milioni: “misure straordinarie e urgenti per fronteggiare l’emergenza alimentare”, destinati ad aiutare chi in questi giorni non ha i soldi per fare la spesa. Fondi che dovevano essere assegnati dai Comuni alle famiglie bisognose, entro Pasqua, vista la celerità chiesta dal Governo agli enti comunali, nell’assegnazione dei contributi.

Ma il Comune di L’Aquila, che ha ricevuto un fondo di 368mila euro, invece di attenersi al solo criterio “di sostegno a chi ha bisogno” ha considerato ulteriori criteri creando una “graduatoria”, e bloccando i fondi per i buoni spesa nelle casse del Comune.

Interviene così Lelio De Santis, capogruppo di Cambiare insieme-Idv al Consiglio comunale di L’Aquila.

“La graduatoria della fame” – ha commentato De Santis – “in un periodo di crisi ed evidente difficoltà economica, mettersi a fare l’elenco di quelli che hanno più o meno bisogno è assurdo, così facendo è stato perso tempo e il Comune non è stato in grado di rispondere” – cosi come invece era la finalità di questa misura straordinaria - “al bisogno delle famiglie e di assegnare i buoni spesa prima della Pasqua.”

“La cosa ancora più grave” - rileva De Santis – “è che questi criteri hanno determinato una serie di reazioni, alcune molte fondate”.

E’ il caso di una famiglia domiciliata a L’Aquila, per lavoro, ma residente in Puglia, che è stata esclusa dal sostegno economico. Famiglia che tra l’altro, viste le restrizioni, non può tornare dove risiede.

Questa prescrizione è stata intesa come discriminatoria nei confronti dei “cittadini provenienti da paesi terzi che siano titolari di permessi di soggiorno” e ha portato all’attivazione di un contenzioso con il quale, oltre all’annullamento del provvedimento, è stato richiesto anche la sospensione immediata. E proprio in virtù di quest’ultima richiesta, con un’ordinanza del 22 aprile, il TAR Abruzzo ha sospeso l’efficacia immediata della deliberazione del Comune. 

“La sospensione della consegna dei buoni spesa a 1800 famiglie, che aspettano invano da oltre 20 giorni”– incalza il consigliere – “è un arbitrio sul piano giuridico e una grave responsabilità sul piano sociale ed economico”.

A tal proposito De Santis aveva suggerito una soluzione di buonsenso.

“Il Sindaco faccia presentare la domanda alla famiglia esclusa e se il Comune avrà ragione, potrà chiedere il rimborso del contributo erogato, 300 euro, al Comune di residenza della famiglia ricorrente, Bitonto”.

Suggerimento che non è stato preso neanche in considerazione, anzi, è attualmente bloccata l’erogazione dei buoni spesa a tutte le famiglie inserite in graduatoria. Da qui, giustamente, si è manifestata una ribellione da parte dei cittadini.

“Tutto questo per una decisione ottusa e rigida, sul piano ideologico e politico” – commenta De Santis -  “che invece di dare risposta immediata all’esigenza delle famiglie, ha articolato con criteri discutibili una assegnazione semplice”.

“Non siamo stati in grado di ottemperare a quello che era l’obiettivo del Governo: dare una risposta celere al fabbisogno alimentare”.

“Una questione che non fa onore alla città” – conclude il consigliere Lelio De Santis – “ho chiesto ripetutamente soluzioni alternative affinché si sbloccasse la vicenda, che invece è diventata una vergogna nazionale”.

Le 1800 famiglie, pertanto, fino al pronunciamento della magistratura competente resteranno senza buoni spesa che, poniamo l’accento, servivano per mangiare, non per andare in vacanza.