FdI interviene nella querelle sulla sanità teramana invitando il Sindaco a tacere


"Il Mazzini non e' un lazzaretto"


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
26/04/2020 alle ore 14:00



Il Coordinamento Comunale di Fratelli d’Italia Teramo, interviene nella querelle sulla sanità teramana e in particolar modo sulla situazione dell'ospedale Mazzini a seguito delle continue e costanti prese di posizione e attacchi da parte del Sindaco D’Alberto, nonché, da esponenti della sua maggioranza, da ultimo il Dott. Cipolletti, Presidente della Commissione Sanità comunale, con le sue ultime interviste dopo la commissione sanità del giorno 23.

"Evidentemente la giornata del 25 aprile," - scrive il coordinamento - "festa della Liberazione, non ha liberato le menti di questa maggioranza di centro sinistra che anche oggi sulla stampa torna ad attaccare la Asl e la gestione dell’emergenza corona virus".

"Da tempo ormai è in atto una vera e propria guerra comunicativa del Sindaco da ultimo spalleggiato ovviamente dal Presidente della Commissione Sanità che stanno facendo di tutto – ma d’altronde lo dichiara il Presidente della Commissione – per far passare il Mazzini di Teramo come un lazzaretto causa principale se non unica a loro modo di vedere della propagazione dei casi di virus in città e nella Provincia.

Sembra alquanto strano che tali invettive quotidianamente vengano da chi invece professa e chiede di tenere toni bassi, evitare le polemiche e agire insieme nell’emergenza: è come pensare che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra.

Beh caro Sindaco ci sembra davvero poco coerente con queste Sue richieste il diuturno attacco all’istituzione Asl e ovviamente ai vertici della stessa non fosse altro perché appena qualche giorno fa Lei stesso affermava che la situazione era finalmente sotto controllo sempre secondo le Sue valutazioni.

Questo è un intervento, prima ancora che su toni politici, su dati numerici per cercare di riportare il tutto in un alveo di oggettività.

I casi registrati al Mazzini alla data del 16 aprile per quello che siamo stati in grado di recuperare sono pari a 42 a fronte di 3073 tamponi effettuati sul personale sanitario; la percentuale pertanto è pari a 1,29 che è in linea se non inferiore con la media nazionale degli infettati tra il personale sanitario italiano.

Non dobbiamo dimenticarci che la Provincia di Teramo confina con le vicine Marche dove il numero dei contagiati ad oggi è pari a 6.058 con 874 decessi, quasi il triplo dell’Abruzzo che conta 2832 casi con 293 decessi.

Ma allora perché parlare di lazzaretto? Perché distruggere agli occhi dell’opinione pubblica una struttura che al contrario deve essere difesa soprattutto in questi momenti?

Quando è iniziata l’emergenza nelle prime settimane di marzo – con colpevole ritardo del Governo nazionale ad informare chi di dovere sulla portata- nessuno nel mondo era in grado di valutare gli effetti; chi non ricorda in quei giorni il dibattito acceso sia nell’ambito scientifico che politico.

I protocolli iniziali prevedevano delle regole che sono state subito applicate al Mazzini al netto certo di eventuali e non volute mancanze e\o carenze dovute ripetiamo sia all’incertezza della situazione sia per la mancanza di effettivi strumenti di protezione che dovevano essere previsti e distribuiti dal Governo nazionale e sui quali ancora oggi a distanza di due mesi si discute sulla loro distribuzione e disponibilità. 

Questo si è verificato ovunque sul territorio nazionale e per fortuna da noi in Abruzzo e nello specifico nella Provincia di Teramo possiamo dire che ad oggi la percentuale nel rapporto contagi-tamponi effettuati è inferiore al 10% tanto che la nostra Regione si colloca al 14 posto nella scala nazionale.

I protocolli all’epoca applicati che per inciso sono stati approvati d’intesa con l’Ospedale Gemelli di Roma sono stati tutti rispettati e si riteneva che gli asintomatici non determinavano l’infezione; le procedure all’inizio prevedevano il solo controllo della temperatura corporea.

Allora caro Sindaco Lei che è la massima autorità sanitaria sul territorio perché invece di iniziare la sua costante opera di denuncia ai vertici Asl a mezzo stampa non ha ritenuto di convocare il Direttore Generale, il direttore sanitario ed esprimere i Suoi dubbi e le Sue paure e dare il Suo contributo? Lei come Sindaco della città capoluogo massima autorità sanitaria ripetiamo, come Presidente del comitato ristretto dei Sindaci non puo’ procedere con denunce sulla stampa ma per le Sue funzioni ha il dovere di trovare soluzioni. Quante volte è stato convocato il comitato dei Sindaci? Quante volte ha incontrato i vertici Asl? 

Allora basta con le polemiche altrimenti davvero dobbiamo pensare che tutto questo sia legato alle imminenti nomine all’interno della Asl e dunque a scontri personalistici che nulla dovrebbero avere a che fare con la sanità nell’interesse maggiore dei cittadini.

Si pensi al contrario alla fase 2, alle misure da adottare non tralasciando di affrontare la rinascita soprattutto commerciale della nostra città".