Debito, deficit e interessi: la verità sul Recovery Fund e le bugie dei venditori di fumo


Nella peggiore tradizione della peggiore politica, "Giuseppi" Conte prova a spacciare come successo l'ennesimo ceffone rimediato nel confronto coi partner dell'Unione europea


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
24/04/2020 alle ore 19:25



Un venditore di fumo. Nella peggiore tradizione della peggiore politica, "Giuseppi" Conte prova a spacciare come successo l'ennesimo ceffone rimediato nel confronto coi partner dell'Unione europea. In attesa della legnata prossima ventura. Che arriverà puntuale ai primi di giugno.
 
Non ci saranno gli eurobond. Né ora né mai. L'ipotesi di una cedola di debito in comune, per la quale l'Italia si sarebbe dovuta battere alla morte, non é circolata neppure per un nanosecondo nei collegamenti con gli altri leader. Cassata prima ancora che la discussione s'avviasse. Eppure avremmo comunque vinto, ha frignato il venditore di fumo da Palazzo Chigi, mentre l'Italia intera ancora aspetta di vedere nelle sue tasche i miliardi della "potenza di fuoco" promessa.
 
In realtà non è stato deciso alcunché. Neanche il passo avanti di cui cianciano le Tv e i giornali. Il grande successo è solo fuffa. I governi dell'Unione hanno raggiunto un mero accordo verbale. Mentre milioni di cittadini soffrono, stanno chiusi in casa e, in tanti, perdono pure il lavoro, l'Europa ha disegnato questa cornice chiamata Recovery fund. Un quadro senza tela. Uno strumento che dovrebbe essere finanziato dai 27, pro quota. Al quale, i paesi che lo richiedano, potranno attingere per far ripartire le rispettive economie collassate causa Covid-19.
Il quando non si sa. Il come, neppure. Si sa però che l'idea é stata partorita dalla signora Merkel. Che ha superato le obiezioni dei suoi sodali "rigoristi" poiché non è prevista alcuna condivisione del debito.
 
In soldoni: la Cancelliera ha trovato ancora una volta il modo di fregarci, fingendo di venirci incontro. Il fondo dovrebbe avere una dotazione costituita dall'insieme proporzionale delle risorse immesse da tutti i partner europei, non dall'emissione di appositi titolo garantiti dalla Bce. Per l'Italia sarà un bagno di sangue, altro che successo.
 
Alla Germania, che naturalmente non ne ha alcun bisogno (ha un avanzo mostre di oltre 800 miliardi!) e che sta continuando a distribuire finanziamenti a fondo perduto ai suoi lavoratori e alle sue imprese, fa pure gioco il Recovery fund: giammai si dicesse in giro che non è solidale!
I soldi li metterà. Con calma, tra qualche mese. E farà gestire il fondo alla colonnella Von der Leyen, imponendo che neanche un centesimo sia elargito a fondo perduto. Ora, indovinate chi, avendone disperato bisogno, sarà obbligato a richiedere il prestito, ad accollarsi l'ulteriore deficit e ripagarlo con gli interessi? Esatto: l'Italia.