Teramo. Lavoratori di Atr e Veco da 4 mesi senza stipendio


A rischio ordine pubblico, i sindacati chiedono sblocco cassa integrazione



Categoria: ABRUZZO
14/04/2020 alle ore 11:57



Le segreterie provinciali della FIM CISL e FIOM CGIL scrivoni al Prefetto Prefetto di Teramo, Graziella Patrizi, per chiedere interventi volti a evitare tensioni sociali e problemi di ordine pubblico legati a crisi economiche e sociali in corso.

Nella lettera, a firma dei segretari generali Marco Boccanera e Mirco D’Ignazio, l'interpellanza su quali azioni siano state, o saranno messe in campo, per i 200 dipendenti di ATR e VECO.

La circolare, infatti, segnala le stesse preoccupazioni relative all’ordine pubblico ed alla sicurezza che FIM e FIOM di Teramo da tempo stanno segnalando riguardo le due vertenze: vivere per quattro mesi senza stipendio è insostenibile e le conseguenze rischiano di essere molto gravi.

Il Viminale, poi, invita i Prefetti ad attivare azioni di sensibilizzazione rivolte agli enti territoriali perché si attuino misure di sostegno per chi vive situazioni di disagio: mai come in questo caso è necessario dare una risposta immediata a questo disagio. Così come è necessario attivare, subito, tutte le azioni possibili per risolvere le due vertenze.

Per i 150 lavoratori di ATR va preteso che il Presidente Antonio Di Murro paghi, come promesso anche davanti al Prefetto, i quattro stipendi arretrati e che l’INPS di Teramo liquidi subito la cassa integrazione ordinaria a copertura della seconda metà del mese di marzo.

Così come va preteso che il Ministero del Lavoro sblocchi subito la cassa integrazione per cessazione e per COVID 19 e paghi i 50 lavoratori ATR in attesa da gennaio scorso.

Come era già stato scritto, senza esito, la scorsa settimana al Presidente della Regione Marco Marsilio, all’Assessore al Lavoro Piero Fioretti, al Presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, ai sindaci di Colonnella e Martinsicuro (l’unico che almeno si è degnato di rispondere), queste azioni vanno messe in campo adesso: è già troppo tardi, ma almeno si eviti che il dramma sociale diventi notizia di cronaca nera.