"L'unione" europea è davvero unita?



di Elisa Leuzzo
Categoria: Editoriale
02/04/2020 alle ore 14:42



Alcuni sindaci e governatori hanno ammainato la bandiera dell'Unione europea dalle facciate dei propri municipi, sede dei Consigli regionali, in segno di protesta per il rinvio deciso dal Consiglio europeo in merito alle misure comuni a sostegno alle economie dei Paesi più colpiti dal coronavirus. 

Una scelta giusta o sbagliata?

Consideriamo “l’unione” così come è oggi: entità che ha perso ogni idealità ed ogni funzione?

Difatti la bandiera europea si impose come simbolo di un progetto politico comune che unisce tutti gli europei al di là delle diversità. Sullo sfondo blu del cielo le stelle a cerchio in segno di unione. Dodici stelle simbolo della perfezione e della pienezza che ricordano gli apostoli, i figli di Giacobbe, le fatiche di Ercole, i mesi dell'anno...

Negli ultimi tempi, nella situazione emergenziale che stiamo vivendo, rinomata è la frase che in tanti hanno più volte hanno sottolineato: “Uniti ce la faremo”. Una frase diventata simbolo in questo momento storico che nel contempo viene smentita dal comportamento dell’Unione europea.

Vero è che la gestione di questa emergenza non può essere demandata ai singoli Stati. In questa situazione nessun Paese dovrebbe essere lasciato solo. 

Nella nostra regione, comprensibile è infatti, l'atteggiamento del presidente Sospiri che, proprio in considerazione del comportamento dell'Unione europea in questo momento drammatico segnato dalla pandemia del coronavirus, assolutamente non incentrato sulla solidarietà e sulla fratellanza tra popoli e nazioni, nella giornata di ieri ha condiviso la protesta facendo ammainare la bandiera dell'Ue all'ingresso di palazzo dell'Emiciclo, sede dell'assemblea regionale. "Sono principi che sono e devono essere parte integrante dell'Unione" - ha dichiarato Sospiri - "se ognuno pensa ai propri interessi è fallimento totale".

In conclusione, non è questione di essere pro o contro l’Europa a prescindere, ma di non poter più accettare questa Europa, così come è oggi. 

O il coronavirus servirà a riformarla profondamente, restituendola alle sue origini, o la distruggerà definitivamente.

Forse, ce la faremo.