Ai tempi del CoronaVirus le giornate che, ordinariamente, siamo abituati a divorare a ritmi frenetici sembrano dilatarsi a dismisura.
Le ore appaiono procedere a ritroso, come se il tempo – di cui lamentiamo la mancanza in condizioni di vita normali – si stesse prendendo gioco di noi, schernendoci e canzonandoci dopo anni di affannose e disperate corse contro lo scorrere dei minuti.
Adesso, invece, siamo fermi. E, perciò, volenti o nolenti obbligati a riflettere. A riorganizzare i nostri pensieri. A fare tesoro di ciò che stiamo vivendo in prospettiva di quello che ci aspetta.
Neppure io mi sottraggo a questo confronto.
E mi domando se chi ci governa avrà finalmente compreso che la disciplina normativa di una materia così delicata come quella della salute pubblica (nelle sue componenti, di pari rango e valore, collettiva ed individuale) debba necessariamente essere tutelata da una sola “voce”, altrimenti si rischia un confuso ed indecifrabile sovrapporsi di atti ed interpretazioni, fuorvianti non solo per i poveri cittadini, ma talvolta oscuri (ahimé) anche alle stesse forze di polizia.
Con la conseguenza che, ad esempio, basta spostarsi da un Comune all’altro – talvolta nel raggio di pochi chilometri – per registrare un’applicazione diversa di una stessa disposizione di legge.
Talvolta poi, nonostante un espresso divieto proveniente da una fonte di rango superiore, vengono emesse ordinanze eccessivamente restrittive, che stridono con i più elementari principi costituzionali.
Ad esempio: sin dal 2 marzo 2020 (il decreto-legge è il n. 9) era fatto divieto ai Sindaci di emettere ordinanze contingibili ed urgenti in contrasto con le misure statali.
Ciononostante, alcuni Primi Cittadini hanno ritenuto – forse succubi di eccessive ed ingestibili “pressioni” o, semplicemente, per vantare una ferrea ed intransigente capacità militare – di comprimere oltremodo la libertà personale delle persone, vietando loro anche la possibilità di una banale passeggiata.
Il divieto ai Sindaci è stato ribadito anche con il decreto-legge n. 19 del 2020.
Francamente non so se attribuire questa evidenteviolazione di legge a mera ignoranza oppure ad una preoccupante presunzione.
Nel secondo caso, dovremmo allarmarci un bel po’.
Mentre la salute se ne va.