La storia insegna che le conseguenze derivanti dalla necessità di fronteggiare una situazione (talvolta prevedibile, ma sottovalutata) di necessità ed urgenza sono, essenzialmente, di due tipi.
L'una, immediata, diretta a contrastare gli effetti derivanti dallo stato di emergenza, allo scopo di evitarne l’ulteriore diffusione.
L'altra, a medio-lungo termine, volta ad individuare ed attuare le misure più idonee per attenuare, se non elidere, gli inevitabili lividi che rimangono sulla pelle dei cittadini.
Ed ovviamente l’ematoma più doloroso e preoccupante è rappresentato dal timore di non essere in grado di recuperare una condizione accettabile di indipendenza economica a livello lavorativo, familiare e personale.
Non parlo di benessere, per carità. Ma di quel minimo decoro patrimoniale che renda la vita di ogni cittadino “libera e dignitosa”, come vuole la nostra Costituzione.
Ed allora non ci sono pozioni o ricette magiche per tentare di risolvere il problema.
Come pure non esistono “deus ex machina” ossia i Salvatori di turno che, calati dalla mano divina, impongono le loro taumaturgiche mani risollevando le sorti della Nazione.
Voglio dirvi, cioè, che non mi interessa stabilire se la domanda che oggigiorno tiene banco, dopo le quotidiane statistiche sui nuovi contagi da coronavirus, e che semplifico in “meglio Mario Draghi di Giuseppe Conte?”, abbia una risposta univoca e corretta.
Certo è che dobbiamo decidere come agire con sufficiente forza e velocità per prevenire che una recessione si trasformi in una prolungata depressione, resa ancora peggiore da una pletora di default che lasciano danni irreversibili.
Ed allor credo di condividere il pensiero di chi, anzitutto, ritiene assolutamente necessario coinvolgere un significativo aumento del debito pubblico.
La perdita di reddito del settore privato dovrà essere eventualmente assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Livelli di debito pubblico più alti diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e sarà accompagnata da una cancellazione del debito privato.
Non esistono pozioni magiche, lo ripeto.
Ma non uccidiamo i draghi come nelle favole.