Incidente diplomatico. Di quelli in cui inciampa spessissimo il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, con tanto di foto, comunicati roboanti, tentativi di rattoppo, e qualche marcia indietro. Un caso clamoroso ci fu alla vigilia delle Regionali del 2014, con Romano Prodi, e di nuovo qualche giorno fa a Roma col direttore generale dell’Inps, Gabriella Di Michele: il “tutto a posto, madama la marchesa” diffuso dal governatore dopo l’incontro a proposito dello scampato declassamento delle sedi Inps di Penne e Sulmona, è stato seccamente smentito dalla seccatissima direttrice. Che, per la verità, ha censurato anche il fatto di essersi ritrovata nelle foto sulla bacheca Facebook del governatore: foto scattate nel suo studio, a sua insaputa. Evidentemente la Di Michele, nonostante un trascorso lavorativo in Abruzzo, ignora le abitudini del presidentissimo, che ha uno stuolo di staffisti pronto a immortalarlo in ogni posa e in ogni dove.
Insomma, i giornali si sono affrettati a riportare la notizia diffusa da D’Alfonso: non saranno declassate le sedi Inps di Penne e Sulmona, scatenando il giorno dopo una secca smentita.
“Nel corso dell’incontro – scrive la Di Michele al quotidiano Il Centro – ho comunicato la precisa volontà dell’istituto di mantenere e, se possibile migliorare, il livello dei servizi che l’Inps offre alla cittadinanza di penne. Ogni decisione in merito alla presenza dell’Istituto sarà assunta nel rispetto dei bisogni dei cittadini e dei dipendenti. Mai però – aggiunge – nel corso dell’incontro sono entrata nel merito delle scelte organizzative dell’Istituto, scelte che vengono effettuate tenendo conto dell’ottimizzzione delle risorse e delle esigenze della cittadinanza, né tanto meno si è parlato della sede di Sulmona”.
Uno smacco. Poteva incassare e zitto, il governatore? Proprio no. Quindi che ha fatto? Ha diffuso una relazione, a firma dell’assessore al Bilancio di Penne, Gilberto Petrucci, che lo aveva accompagnato a Roma (ma che è anche membro dell’ufficio stampa della giunta regionale, cioè di Dalfy), che conferma tutto quello che ha scritto lui e smentisce la direttrice. E cioè che lei hai confermato la volontà di mantenere la sede Inps di Penne, e che per quanto riguarda Sulmona si è detta disponibile ad approfondire la richiesta del governatore.
Chi ha ragione? Qualche idea Mapero’ ce l’avrebbe. Anche perchè un fatto simile accadde nel 2014, più o meno nel mese di aprile. Quando, sempre coi soliti metodi (comunicati, annunci, foto), Dalfy andò a Bologna dall’ex premier Romano Prodi per tentare di strappare un endorsement alla sua candidatura a governatore. Un’ora di colloquio, l’illustrazione all’ex premier del programma di governo per la Regione, la richiesta di suggerimenti sul potenziamento infrastrutturale dell’Abruzzo, sulla ricostruzione dell’Aquila e sulle mosse giuste per attrarre investimenti. Tutto bene, saluti, strette di mano e fotografie pubblicate un attimo dopo sul suo profilo Facebook. Con tanto di comunicato stampa: “Prodi si è dichiarato disponibile a favorire la realizzazione di un modello per l’Abruzzo come regione attrattiva d’Europa: ne parlerà in un convegno nelle prossime settimane”.
Insomma, una forzatura, una gaffe. Che lo ha costretto subito dopo a un urgentissimo rattoppo. Quel comunicato infatti non era per niente piaciuto a un altro ufficio stampa, quello di Prodi, e dalle agenzie è spuntata rapida una secca nota sulla natura “strettamente privata” dell’incontro, che smentiva “accordi o impegni assunti per il futuro da parte del presidente”. D’altronde, il muso lunghissimo dell’ex premier, immortalato in quelle foto scattate un po’ a tradimento, la diceva lunghissima sull’agguato subito.
Insomma, Prodi non intendeva essere coinvolto in alcun modo in campagne elettorali. Gelo. D’Alfonso, colto di sorpresa, si affrettava a cassare le righe all’origine dell’irritazione prodiana: “Nel colloquio si è ragionato in prevalenza delle possibilità di attrarre investimenti in Abruzzo. Ho ringraziato il professor Prodi per l’incontro e per il contributo di idee”. Low profile, il convegno scomparve dal comunicato.
ps1: nel caso dell’Inps, invece, nessuna marcia indietro. Ma si deve tener presente che nel 2014 Dalfy era un semplice candidato, e ora è presidente. E l’esibizione di muscoli, ci sta tutta.
ps2: la verità sulle sedi Inps, come in altre occasioni, la scopriremo solo vivendo.