Usa: l'amministrazione Trump scarica sul Congresso la grana del Daca




Categoria: ESTERI
06/09/2017 alle ore 10:21



Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato martedì per voce del procuratore generale, Jeff Sessions, la fine del Deferred Action for Childhood Arrivals (Daca), il programma varato da Barack Obama nel 2012 che "tutela" dalle espulsioni e assegna permessi di lavoro ai "Dreamer": gli immigrati irregolari giunti negli Usa da minorenni, soli o assieme ai loro genitori. Come anticipato da fonti della Casa Bianca nei giorni scorsi, Trump ha spiegato che il programma decadrà tra sei mesi, ed ha passato la palla al Congresso a maggioranza Repubblicana, spronandolo a varare una riforma organica delle leggi sull'immigrazione entro il prossimo marzo. Nelle scorse settimane figure di primo piano del Partito repubblicano come il presidente della Camera, Paul Ryan, avevano espresso il loro sostegno al Daca, che è appoggiato dalle grandi industrie e da una quota maggioritaria dell'opinione pubblica. Ryan aveva dichiarato che al Congresso dovrebbe spettare "un ruolo" nella revisione dell'ecosistema normativo dell'immigrazione. Anziché convincere Trump a mantenere il provvedimento Obamiano in vigore, però, la consueta ostilità del partito lo ha spinto a scaricare su quest'ultimo e sul Congresso la responsabilità di definire la questione. La Casa Bianca, che ha ricordato come il Daca sia formalmente incompatibile con l'impalcatura costituzionale, ha fatto capire di aspettarsi dal Congresso un intervento onnicomprensivo sull'immigrazione, che dia un quadro ben definito non solo ai "Dreamers", ma anche a tutta una serie di altre questioni su cui i Repubblicani si erano sempre professati uniti, ma che dopo l'elezione di Trump si sono dimostrate controverse: dalla protezione dei confini sino alla definizione dei criteri per gli ingressi legali di immigrati nel paese. E' difficile,sottolinea la stampa Usa, che il Congresso possa davvero dimostrarsi in grado di un intervento di ampio respiro sull'immigrazione, specie considerati gli altri importantissimi nodi politici che le camere trascinano da mesi: l'innalzamento del tetto del debito federale, la riforma della sanità, la revisione del fisco e i progetti di rinnovo della rete infrastrutturale Usa. La politica voluta dall'ex presidente Barack Obama è stata oggetto per mesi di una "revisione" da parte dell'amministrazione del presidente in carica. Dalla sua introduzione nel 2012, il Daca ha consentito a oltre 800 mila giovani immigrati irregolari di risiedere e lavorare legalmente negli Usa. Fonti dell'amministrazione presidenziale puntualizzano che la decisione del presidente di terminare il Daca entro sei mesi non è definitiva, e in molti già immaginano che la vicenda avrà un esito scontato: il Congresso trascorrerà probabilmente sei mesi a bisticciare, e alla fine Trump "salverà" il provvedimento obamiano, puntando l'indice contro l'incapacità del Potere legislativo. Il presidente, però, non ha potuto evitare di dare un segnale questa settimana: 10 Stati federati a guida repubblicana infatti, minacciavano di intentare causa al governo federale per il programma di sostegno ai giovani immigrati, istituito da un decreto che l'ex presidente Obama avrebbe varato travalicando i propri poteri costituzionali.

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