Migrazioni, "Spiegel": voltarsi è un atto di colpevolezza




Categoria: ESTERI
04/09/2017 alle ore 11:50



Amburgo. La rotta migratoria balcanica, la cui chiusura nel 2015 è ancora argomento tabù per il cancelliere tedesco Angela Merkel, gode nondimeno del sostegno di Berlino, e il patto con il governo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan per bloccare i flussi attraverso l'Egeo regge a dispetto del grave raffreddamento delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. La Turchia rimane per Berlino un “Paese terzo sicuro”. Nelle intenzioni della Germania e dell'Ue, scrive il settimanale tedesco "Der Spiegel", lo stesso accadrà con la Libia. L’Italia ha convenuto misure di sostegno e affiancamento della Guardia costiera di quel paese nordafricano, e limitato le operazioni delle Ong che per mesi hanno incrociato in prossimità e all'interno delle acque territoriali della Libia per soccorrere i migranti. L'Ue, scrive lo "Spiegel", si è risolta dunque a delegare alla Libia il contrasto ai massicci flussi migratori attraverso il Mediterraneo centrale, superando le esitazioni dovute alle violazioni dei diritti umani dei migranti in quel paese politicamente frammentato. Il rispetto del diritto umanitario internazionale è passato insomma in secondo piano, accusa il settimanale, così come accaduto con "i respingimenti violenti e collettivi praticati dall’Ungheria, dalla Croazia, dalla Bulgaria e dalla Macedonia" nell'area balcanica.

Il presidente francese Emmanuel Macron, con il sostegno del cancelliere tedesco, sostiene l'apertura di "hot spot" per la presentazione delle domande di asilo nell’Africa del Nord e Centrale; un progetto che però deve fare i conti con l'instabilità e la violenza di quelle regioni. La Grecia, e ora soprattutto l'Italia, restano esposte alla crisi, di fronte a una Unione europea che "non sembra essere né solidale né democratica", scrive lo "Spiegel", che punta l'indice contro le "democrazie anti-liberali" di Polonia e Ungheria. Il settimanale invia un avvertimento all'Unione, e in particolare ai paesi dell'Europa Orientale che restano categoricamente contrari a qualunque ipotesi di gestione "solidale" della crisi: ignorare le basi del diritto umanitario rischia di "minare la coesione democratica" dell'Ue e di farla "implodere", con il definitivo tramonto di quei cosiddetti "valori europei" cui "nessuno pare più credere, né all'interno né all'esterno dell'Unione".

© Agenzia Nova - Riproduzione riservata