E’ durato un mese e mezzo ed è finito come nelle previsioni. Come si era ipotizzato il primo giorno. Insomma, non proprio una sorpresa. Tra alti e bassi e molti tira e molla. Poi il rimpasto del Comune di Pescara è finito come è finito, dopo estenuanti trattative condotte dal sindaco Marco Alessandrini in persona e dal segretario regionale del Pd Marco Rapino. Nel frattempo, ieri si è conclusa la Festa dell’Unità a Villa de Riseis a Pescara, che almeno la gaffe che poi si è rivelata una vera e propria beffa, se la poteva risparmiare: tra gli ospiti, invitati a parlare della grande opportunità delle Zes (zone economiche speciali), chi troviamo? Non Gianni Teodoro, il nuovo assessore al quale Diodati è stato costretto a lasciare la poltrona, non Stefano Civitarese, che è stato anche lui qualche giorno in ballo per la defenestrazione e neppure Simona Di Carlo la nuova delegata all’Ambiente, ma proprio l’assessore che alla fine ci ha rimesso le penne, Giuliano Diodati. L’unico che in questa giunta non c’è più.
Il suo nome compare in locandina tra quelli della Marchegiani e di Moreno Di Pietrantonio. Certo, magari il manifesto era stato già stampato, anche se ci sono stati dieci giorni di tempo per correre ai ripari. Niente da fare, tanto l’entusiasmo per la presenza annunciata del ministro De Vincenti (quello che era sul palco con D’Alfonso a Sulmona con le Ombrelline), che il Pd non se n’è manco accorto.
ps: E Diodati, per la Festa dell’Unità, è tornato assessore. Per un giorno. Oltre il rimpasto, la beffa.