Il clima sta cambiando. E un certo tanfo si sente


De Benedetti, Berlusconi, Tronchetti e i neodemocratici grillini.


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
16/10/2019 alle ore 10:29



Il clima sta cambiando. E un certo tanfo s’avverte. Questione di dettagli. Che svelano il passato di ritorno. Non lo si vede ancora, ma lo si annusa.  Come il Carlo De Benedetti che vuol riprendersi la Gedi (Repubblica, Stampa e Secolo XIX) e va alla guerra contro i figli Rodolfo e Marco che non ci pensano proprio a ridare indietro -seppur a pagamento- quello che ereditarono. 

Questione di ritorni. Come il Silvio Berlusconi che riemerge dalla sbandata sovranista e torna in campo, barzellette alla mano: scarta (per ora!) Renzi e corre a Piazza San Giovanni per scombinare i piani di quell’altro Matteo nella speranza (sogno?) di riprendersi il popolo che il padano gli ha scippato. 

Torna lo 'status quo ante': il tempo in cui, per dire, il foggiano Conte, non ancora "Giuseppi", votava Pd e sbrogliava garbugli allo studio Alpa. E torna il bel tempo andato con Franceschini  nuovamente Ministro dei Beni Culturali che stavolta potrà sedersi in pace in trattoria senza che nessun trinariciuto gli inveisca contro. Cambia il clima e torna la politica che fu.

Con "zeppola" Zingaretti, il cui vero merito è essere "fratello" del Montalbano televisivo, che per non perdere le "regioni rosse", riesuma le teorie dalemiane sulle "costole" che la sinistra ha lasciato per strada, arrivando con un triplo salto carpiato a rivalutare anche l'inutile Virginia Raggi in Campidoglio.   Torna protagonista pure il rottamatore toscano, rottamato dagli elettori e bastonato dai magistrati: non solo si fa un partito tutto suo, circolare, che guarda a sinistra, al centro a destra e pure sotto e sopra, ma è pronto ad abbuffarsi al buffet delle nomine. 

Torna, pian piano, tutto quel che è stato e che non avrebbe più dovuto essere con la Lilli Gruber che dopo anni viene battuta da Rete 4.  Persino tra i poteri veri, con Tronchetti, Messina e Della Valle che provano a ricondurre alla ragione il bizzoso Urbano Cairo, c’è un chiaro ritorno al passato. Anche le botte cambiano segno e selezionano lo sdegno. 

Come quelle rifilate all'inviato delle Jene aggredito a Napoli dai neodemocratici grillini. Che però, spurgati dal fascioleghismo, sembrano ora quei neomelodici palermitani raccattati da Ciccio Mira e raccontati da Franco Maresco: suscitano più comprensione che indignazione.  È chiaro che il clima sta cambiando. E un certo tanfo s’avverte.