Il fiocco viola


Easy writer/Il racconto/Marco La Greca



Categoria: Maperò
02/09/2017 alle ore 07:04



Prima scena.
Una mattina d’agosto nella prima metà degli anni 80.
Un uomo sui 50 anni ed il figlio adolescente percorrono, in macchina, una delle strade “migliare” che solcano l’agro pontino. Entrambi indossano abiti fuori moda. L’uomo sentimentalmente legato alla gagliardia fisica del decennio precedente, il ragazzo stretto in taglie che non prevedevano l’inconsapevole esplosione ormonale degli ultimi mesi.
Svoltano per una stradina secondaria e giungono all’ingresso di un’azienda vinicola. Passato un cancello di ferro, raggiungono i locali della vendita al dettaglio, tra enormi botti di vino.
* * *
L’estate non è mai un tempo banale. Ti mette di fronte a molte verità.
C’è la verità fisica, in primo luogo. Senza le coperture invernali, ti ritrovi messo a nudo. Ti guardi, sei costretto a farlo; ti guardano, non ci puoi fare nulla. A volte ti rinfranchi, a volte ti deprimi.
C’è la verità emotiva. Molli la vita di sempre e ti tuffi nella dimensione della vacanza. Riconosci l’emozione che provi da quando sei bambino. Una sensazione, al tempo stesso, di libertà e di avventura. La riconosci, anche se ogni anno cambia un po’. Anche lei, come te.
C’è la verità esistenziale. Chi sei e cosa fai. Chi, invece, avresti voluto essere, cosa avresti voluto fare. Riflessioni, bilanci, consuntivi. Attivo, pareggio o perdita? Non sapresti dire bene. Se a fine estate pensi a ciò che farai, costruendo mentalmente progetti e buoni propositi, vuol dire che non sei soddisfatto del tuo quotidiano, però hai l’energia sufficiente per fronteggiarlo. Non male, tutto sommato. Ci puoi stare. In testa, però, rimane la voglia di chiedere “carta”. Come a sette e mezzo, sì.
* * *
Seconda scena.
Una mattina d’agosto nel secondo decennio degli anni duemila.
Quello stesso ragazzo della scena iniziale, divenuto uomo ed oramai quasi cinquantenne, percorre la strada di trent’anni prima. Si rende conto che é la prima volta da allora. Riconosce il paesaggio. Svolta a destra e poi sinistra. Quando è davanti al cancello d’ingresso dell’azienda vinicola, la straordinaria combinazione delle possibili casualità fa sì che alla radio, in quel momento, tra i milioni di possibili canzoni, ne trasmettano una di quegli anni lontani. A quel punto, gli sembra di vedere l’uomo ed il ragazzo scendere dalla macchina, con le damigiane, per andare a fare il pieno di vino. Gli sembra di vederli proprio davanti a sé, vestiti esattamente come allora.
Un attimo prima di essere sopraffatto dalla commozione, scorge, sulla destra, affisso alla porta di una vicina casa di campagna, un fiocco. Uno di quelli che annunciano le nascite. Però non è azzurro, né rosa. E’ viola. Chissà che vuol dire. Non l’aveva mai visto. Gli piace. Lo interpreta come un fiocco per il cambiamento. Il fiocco viola. Gli viene da sorridere. Si asciuga le lacrime, scende dalla macchina e si avvia per il vialetto che conduce alle botti. Gli altri non se ne accorgono, ma non è da solo neanche questa volta.