La procura di Pescara dà il via libera alla rimozione delle macerie determinate dalla valanga di Rigopiano. Si sblocca dunque la partita della bonifica che – assicura la regione Abruzzo – verrà effettuata entro il mese di novembre. L’area interessata dagli interventi si estende per circa 8 ettari, secondo quanto emerso nel corso del tavolo tecnico convocato dal governatore Luciano D’Alfonso, a cui hanno partecipato i rappresentanti della prefettura e della provincia di Pescara, dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente (Arta), del parco del Gran Sasso. E ovviamente del comune di Farindola che ha provveduto ad incaricare una ditta per lo smaltimento delle macerie e del legname. A quanto pare attraverso procedure speciali e tempi accelerati, dal momento che il comune è stato inserito nel cratere sismico. “E’ stata una mia precisa indicazione quella di inserire il comune di Farindola nel cratere per rilanciare la comunità dopo questa tragedia che rimarrà indelebile” ha rivendicato il presidente della regione D’Alfonso che ha parlato della necessità di “recuperare la dignità, il decoro ambientale e una rinnovata valorizzazione”.
Al centro della tavolo tecnico convocato in regione, le problematiche relative alle quantità di materiale da rimuovere dall’area, attraverso lo stoccaggio delle macerie e la vendita del legname che sarà possibile recuperare. Ma anche i rapporti con la proprietà dell’albergo distrutto dalla valanga e le prospettive di rilancio della zona.
Di qui l’importanza della decisione con cui la procura di Pescara ha autorizzato l’accesso nell’area sotto sequestro per rendere possibile l’attuazione del piano per allontanare le macerie. Operazione che sarà svolta sotto la vigilanza della polizia giudiziaria “che curerà – si legge nel provvedimento firmato dal capo della Procura, Massimiliano Serpi in data 30 agosto – le operazioni per l’individuazione e recupero di beni ed effetti personali delle vittime”.